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Janis & John

Regia di Samuel Benchetrit vedi scheda film

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La recensione su Janis & John

di hupp2000
8 stelle

Film completamente fuori di testa, incurante di qualsivoglia credibilità, una trama a dir poco tirata per i capelli. Eppure ho riso tanto, mi sono divertito dall’inizio alla fine e l’ho addirittura visto due volte in due giorni. Un agente assicuratore truffa un cliente facendogli firmare un contratto su un’auto d’epoca. Non trasmette la pratica alla compagnia e intasca le rate ad ogni scadenza fino a quando la “vecchia signora” viene semidistrutta in un incidente. Il modesto impiegato è disperato, ma scopre che un suo lontano cugino, mentalmente devastato da una dose di LSD andata per traverso nel lontano 1973, ha ereditato una grossa somma di denaro. Lo svitato in questione è convinto di aver avuto la visione di Janis Joplin e John Lennon che in un bagno pubblico gli hanno detto “un giorno torneremo”. Nell’attesa, ha aperto un negozio di dischi e cimeli delle due defunte rock star. Il nostro assicuratore decide allora di far assumere a sua moglie e ad un attore di mezza tacca le sembianze di Janis e John per raggirare lo sprovveduto cugino e farsi versare il denaro di cui ha bisogno. La messa in scena funziona oltre ogni aspettativa, ma ben presto la farsa sfugge di mano ai suoi artefici, portando a conseguenze deliranti. Come si vede, la vicenda non sta in piedi, ma lo spettatore è cortesemente invitato a mettere da parte ogni logica o pretesa di plausibilità per godersi una fiaba grottesca e al limite del surreale, interpretata con brio e senza prendersi sul serio da un gruppo di grandi attori che sembrano concedersi un’allegra vacanza. Perché no? Sto parlando nientemeno che di Sergi Lopez, Marie Trintignant, François Cluzet, Christophe Lambert e Jean-Louis Trintignant, cinque eccellenze del cinema francese, capaci di interpretare i ruoli più disparati. Qui, desiderano unicamente divertire attraverso situazioni strampalate, dialoghi fulminanti e l’incarnazione di personaggi al limite dell’assurdo. Spicca in particolare la prova di Marie Trintignant, all’epoca compagna del regista e qui alla sua ultima apparizione sullo schermo. Il suo personaggio è quello che subisce la più profonda trasformazione, passando da moglie piccolo-borghese annoiata a improbabile sosia di Janis Joplin con la quale finisce con l’identificarsi in modo disarmante. François Cluzet non è da meno nel prendere fin troppo sul serio la sua mascherata, senza alcun timore di cadere nel colmo del ridicolo. Truccato a dovere, la sua somiglianza con il vero John Lennon è sorprendente. Sergi Lopez nei panni dell’assicuratore truffaldino è uno spasso, un fuoco d’artificio di comicità, aiutato come sempre dalla sua suggestiva calata spagnola che purtroppo scompare nella versione doppiata del film. Tra i cinque personaggi, Christophe Lambert in veste di sciroccato ex-figlio dei fiori è forse l’anello più debole a causa della sua usuale inespressività, ma glielo si perdona considerando che è comunque chiamato ad un ruolo monocorde. Piccola ma significativa parte per un Jean-Louis Trintignant pacato e ironico, che nel finale si rivela elemento-chiave dell’assurda vicenda. Il film si avvale poi di una colonna sonora che più gradevole non si può, una calibrata strizzata d’occhio agli amanti della musica pop e rock degli anni ’60 e ’70. Oltre ai brani di Janis Joplin e alla splendida e dimenticata “Isolation” di John Lennon, vengono sparati alla rinfusa pezzi degli Who, dei Clash, dei Ten Years After, di Tina Turner, di Iggy Pop... Un vero sollazzo per le orecchie. Buon divertimento agli appassionati del genere, come il sottoscritto.

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