Regia di Danny Boyle vedi scheda film
È evidente già da subito. Non sto scrivendo una recensione di un film fantascientifico d'autore "cattedratico" (molto spesso lezioso), che avrebbe potuto conseguire in toto l'appellativo futuro di cult. Impresa assai ardua in questi determinati generi. L'ambiente claustrofobico che si percepisce è a tutti gli effetti quello dell'intrattenimento fortunatamente mai troppo banale. Una via di mezzo che però poteva avvicinarsi non poco al capolavoro.. la storia è presto detta: il sole sta morendo e il pianeta terra con esso. Qualche anno prima la missione Icarus aveva fallito, l'astronave con tutti i membri dell'equipaggio, compreso il Capitano V. Pinbacker (Mark Strong) era scomparsa. Nel 2057 il compito impellente dell'Icarus 2 è il solito. Avvicinarsi il più possibile al sole per sganciare una bomba atomica delle dimensioni dell'isola di Manhattan, con l'obbiettivo di creare una nuova stella all'interno della stella madre morente e riequilibrare così la fusione nucleare. I protagonisti di questa seconda difficoltosa impresa sono: Il Capitano Kaneda (Hiroyuki Sanada), il fisico e protagonista R. Capa (Cillian Murphy), l'ingegniere Mace (Chris Evans), lo psicologo di bordo, il Dottor Searle (Cliff Curtis), il matematico navigatore Trey (Benedict Wong), Cassie (la graziosa Rose Byrne). L'ufficiale adetto alle comunicazioni e secondo in comando Harvey (Troy Garity), e la biologa botanica Corazon (Michelle Yeoh). La sceneggitura del "sempreverde" Alex Garland, abbinata alla elaborata scenografia di Denny Boyle gode, soprattutto solo nella prima parte, di quelli che per me sono degli ottimi canoni di regia. Cioè quella fantascienza di emozionale saggezza che stimola la riflessione allo spettatore "giusto" con un'opera lungimirante e tutto sommato visivamente spettacolare. Nella storia del film non è un caso scontato che tutto andrà storto, in prossimità di Mercurio mentre Icarus 2 sta effetuando un'orbita con effetto fionda verso il sole, Harvey capta il segnale di soccorso della Icarus 1. Un briefing sul da farsi è d'obbligo e i primi difetti di sceneggiatura non tardano ad arrivare. Una parte dell'equipaggio si schiera per la scelta di una ricognizione esplorativa verso il segnale di soccorso, l'altra di continuare l'unica missione di priorità assoluta. Sarà Capa a prendere una decisione, in quanto è l'unico membro a constatare l'effettivo funzionamento dell'ordigno dopo lo sgancio. Le risposte sono incerte e quindi disporre di un ordigno in più, ammesso che, quello della Icarus 1 sia ancora funzionante, costituisce senza dubbio una seconda chances. Non si spiega (cosa ricorrente nei viaggi spaziali), come mai tutto l'equipaggio non abbia consultato l'immancabile quartier generale sulla terra, presubilmente inesistente già da subito. Anche se questi eventi effettivamente sono successivi al totale blak out delle comunicazioni, causati dal vento solare e dall'ormai vicinanza eccessiva con la stella. Il mistero si inffittisce ancora di più all'arrivo e all'esplorazione da parte di alcuni membri dell'equipaggio della enorme Icarus 1.. Il film da qui in poi vira su lidi più "consumistici" e la componente thriller "horrifica" è sempre più presente anche se a livello visivo l'ottimo lavoro del regista è sempre riscontrabile. Si percepisce però un cambio di regia significativo, che va a favorire uno stile più action contraddicendo così le aspettative iniziali.
Un vero peccato perchè il messaggio finale che sta alla base dell'intero significato che trasmette l'opera, non è buono, ma ottimo!
Io per altro sono totalmente favorevole al credo scientifico. La convinzione in parte condivisibile con quella del protagonista pazzoide del film.. Un credo agnostico, ateo se vogliamo, che rifiuta le detestabili verità imposte delle sacre scritture stampate su dei libri per bambini. Sostanzialmente è neccessario solo porsi delle riflessioni non condizionate. Pure. Affidandosi solo al nostro parziale e ragionevole intelletto. L'opera del regista anglosassone racconta proprio questo: se Dio ha deciso le nostre fatali sorti non sta a noi decidere, contrastare il volere di Dio non porterà niente di buono predica il malvagio killer uccidendo.. Non siamo altro che polvere di stelle, come posso negarlo. Così la celestiale sensazione di pace, condizionata dalla luce e dal calore che Capa percepisce in quella frazione di secondo annulla l'incubo della fatale realtà. La frazione di tempo prima che la miserabile vita venga spazzata via. Quella vita che rimane immensamente debitrice alla comparsa al cospetto con Dio. Una sensazione brevissima di pace assoluta che neccessita del giusto sacrificio. Chissà se la missione sarà andata a buon fine.
7/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta