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Il diavolo veste Prada

Regia di David Frankel vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il diavolo veste Prada

di Baliverna
6 stelle

Una Streep che si difende bene in un film forse troppo esaltato, perché un po' ammiccante verso ciò che critica e troppo pensato a tavolino.

*** CONTIENE ANTICIPAZIONI *** Finalmente mi sono visto questo piccolo mito degli anni 2000. Che dire? Ha i suoi meriti, ma pure i suoi difetti, ed è sicuramente furbo e ammiccante.

La parte che mi ha convinto meno è la prima, forse per quel registro a metà tra il comico e il serio, quell'aria convenzionale da commedia americana ambientata in ufficio, e per i personaggi che più convenzionali non si può: la ragazza un po' imbranata in un ambiente sofisticato (ma poco credibile, perché bella e sofisticata come una modella), le colleghe sveltissime e invidiose, un collega uomo visto già altre volte, e un fidanzato moderno, di estrazione popolare, intelligente e affettuoso. Insomma, si può chiedere un po' più profondità.

Il ritmo, bisogna dirlo, è sempre scoppiettante.

Quando poi iniziano i dubbi e le crisi il film assume un po' di originalità e consistenza: i rimorsi della protagonista, la vita matrimoniale della leonessa che si sfascia, gli sgambetti reciproci e le vendette. Ma, di nuovo, il cinema vero abita altrove. Inoltre, si poteva fare di meglio che mostrare lei che va a fare una passeggiata a Parigi piantando “il diavolo” davanti all'albergo. E' una scena che si vorrebbe metaforica, ma che in realtà secondo me non funziona.

Di buono c'è – oltre alle già citate crisi – una riflessione sulla carriera e sul sacrificio della vita privata, che certe carriere richiedono, e un ritratto del mondo della moda non privo di spunti interessanti: forse non è cattivo come potrebbe sembrare a prima vista, e forse strizza l'occhio subito dopo aver dato un pizzicotto, ma almeno ha il merito di mostrare dei lati poco lusinghieri di un mondo, l'appartenenza al quale molti considerano come un invidiabile traguardo.

Una scena – va detto – è proprio bella, merito anche della bravura della Streep: quando cioè racconta del suo divorzio alla sua assistente, in un momento di verità immerso in un mare di menzogna e finzione. Si può anche rilevare qualche spunto di interesse, appunto, nel rapporto tra le due donne. La super “capa” sembra voler solo servirsi cinicamente della ragazza; in realtà ha intravvisto in lei un'amica e una confidente per mitigare la sua tremenda solitudine, anche se non lo ammetterebbe mai.

Ha aspettato tanti anni nelle mie liste dei “da vedere”, ma in fondo non meritava nessuna precedenza. 

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