Regia di David Frankel vedi scheda film
Parte benissimo, con un’Alice sperduta nel Wonderland dell’alta moda; grande Meryl Streep superciliosa e costantemente stizzita, ma bravo anche Stanley Tucci a tenerle testa. Poi però non convince la metamorfosi del brutto anattrocolo in cigno (metamorfosi peraltro ambigua e incompleta e sfociata in un ripensamento), mentre la crescente devozione per una datrice di lavoro tanto tirannica può essere qualificata solo come sindrome di Stoccolma. Ridicolo, poi, il cenno di intrigo sventato nel finale.
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