Regia di David Frankel vedi scheda film
Se si volesse giudicare “Il diavolo veste Prada” dal punto di vista contenutistico, si andrebbe incontro ad una stroncatura netta ed inequivocabile. Il libro di Lauren Weisberg è una storia particolarmente ritrita, con un finale moralistico ed un piattume irritante. La trasposizione cinematografica è invece una manna dal cielo per il plot: il mezzo cinematografico, grazie agli intercalari sugli esterni, all’ottimo taglio delle inquadrature, alle favolose location ed alla colonna sonora particolarmente adeguata, permette di giudicare “Il diavolo veste Prada” come un buon film. Non eccelso, sia chiaro, ma sicuramente un film positivo. Il casting è piuttosto buono: Meryl Streep, che interpreta Mirande Priestley il personaggio più cinico e falso degli ultimi anni, è veramente formidabile, la rampante Anne Hathaway, un misto mozzafiato tra Audrey Tatou e Julia Roberts, dimostra di meritare il ruolo di protagonista, Emily Blunt, la prima assistente di Miranda, è forse la più credibile di tutte nel suo ruolo, il tele-divo Stanley Tucci, dimostra di essere a suo agio anche sul grande schermo. Insomma, il film è intenso, ben recitato, molto ritmato, dunque bello da vedere, nonostante l’handicap di fondo.
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