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Il diavolo veste Prada

Regia di David Frankel vedi scheda film

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La recensione su Il diavolo veste Prada

di ROTOTOM
8 stelle

Mi dispiace, ma io sto dalla parte di chi si veste bene. O almeno ha gusto nel farlo. O almeno a chi gode nel vedersi elegante. Il futile è il necessario del futuro o del presente prossimo, meglio ancora. Anne Hathaway/Andrea che si presenta al colloquio di lavoro agghindata come una concorrente del Brutto Anatroccolo by Platinette nonostante sia veramente bellissima è inverosimile come l'invasione aliena di Indipendence Day. Ma più divertente. Commedia acida che non spara a zero sulla moda in sè, piuttosto si diverte a estremizzare le nevrosi di chi la moda la fa e ne sparge i semi fecondi sul mondo. E' la storia archetipo di Cenerentola e la matrigna cattiva, è la favola buonista e propedeutica alle generazioni future che si apprestano ad affrontare il mondo spiattellando la morale che ciò che è bello dentro è meglio di ciò che è bello fuori. Secondo me no. Bisogna essere belli dentro ma se c'è un po' di stile fuori è meglio. La storia del brutto anatroccolo che si trasforma in superdonna superstilosa e amante dell'agognato futile è divinamente trainata e scandita da una mefistofelica Meryl Streep platinata e potente direttrice despota della rivista di moda più famosa al mondo. Modello in gesso di tutti i capitani d'industria, imprenditori fai da te, capufficio frustrati, bottegai irosi Miranda/Crudelia Demon/Streep fa della sua cucciolata di ragazzine e dipendenti vari, strazio completo divertendosi a vessazioni e richieste molto molto più inverosimili dell'invasione aliena di Indipendence Day, ribadendo l'assunto che il potere è il massimo dei piaceri terreni poichè si è ad un passo, un dito di distanza degli dei. "Tutti vogliono essere come Noi" è una delle tante frasi/verità cult della Streep in cui il plurale majestatis assume toni Olimpici nel delirio di onnipotenza e solitudine della Capo Megera. Accanto alla Streep a stemperarne i toni demoniaci veleggia con grazia uno Stanley Tucci strepitoso, editor gay e saggiamente paterno nei confronti della bella vessata di turno e secondo perno attorno al quale gira il film, le battute migliori sono forse le sue. Contrapposto al mondo del futile c'è la ghenga d'amici, un po' ipocriti a dire il vero, della Cenerentola in carriera Andrea/Anne Hathaway, distanti anniluce dalla glorificazione dell'immagine, fieri nel loro look transand-etnico ma pronti a farsi sedurre da oggettini trendy come qualsiasi altro essere umano sulla terra. La storiella è tutta qua, la bella (bella davvero) e brava (brava davvero) Andrea mollerà il lavoro griffato per una più soddisfacente carriera giornalistica ad un passo dalla promozione, la cattiva Miranda fresca d'ulteriore divorzio continuerà a vessare le ragazzine di turno, il fidanzato della Cenerentola rinsavita troverà lavoro come vice cuoco il tutto condito da battute acide e situazioni paradossali, regia televisiva o quasi, queste commedie assomigliano sempre di più ai tele-film di moda (sex and the city, le casalinghe disperate e via dicendo) e così tutti vissero felici e contenti e forse vestiti anche un po' meglio.

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