Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Intento quasi commovente, quello di De Oliveira: donare l’eternità all’amato film buñueliano. Il cineasta portoghese attua i suoi intenti fin dalla scelta del titolo, ove la bellezza un tempo diurna è adesso divenuta infinita, svincolata da catene temporali. La vicenda viene traslata su una curiosa longitudine narrativa: il regista si colloca alla giusta distanza da Buñuel e rifiuta un approccio diretto col suo Belle de jour. Preferisce rivederlo a modo suo, attraverso un’operazione di lettura a tutti gli effetti, intelligente e brillante. De Oliveira non osa aggiungere o togliere qualcosa al film originario; il suo è semplicemente uno sfizio con cui (si) concede in dono un’idealistica sequenza conclusiva di Bella di giorno. Quella sequenza che Bunuel non potrà mai realizzare. Peccato soltanto che Severine Serizy non abbia ancora il volto della Deneuve, la quale non può così duettare col divino Michel Piccoli. A qualcuno può sembrare un’opera indispensabile, ad altri certamente no; prendiamola come un’ipotesi plausibile, a cui credere solamente se ci piace immaginare che le cose siano andate davvero così.
difficile collocarla in qualche contesto. Bizzarra e quasi onirica.
resta nei propri spazi, senza strafare, si mette la coscienza a posto concludendo un film che senz'altro avrebbe voluto dirigere al posto del collega spagnolo. Buona prova.
impeccabile ed elegante come sempre
se la cava bene
particina
comparsata
non male
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