Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Quarant'anni dopo Bella di giorno, de Oliveira omaggia Bunuel e Carriere con questo Belle toujours; un'opera di silenzi, sguardi, musica, pochi e lievi movimenti di macchina, inquadrature lunghe e fisse (spesso in oggettiva). Lui, Henri Husson, ritorna con la memoria al passato e alla sana perversità di quella "bella di giorno"; lei, Séverine Serizy, rifugge quel periodo e sembra quasi impaurità ed infastidità nel riproporlo anche solo a parole. Sèverine ribadisce più e più volte che non è più quella donna. Suo marito è ormai morto e con esso anche quel suo "oscuro oggetto del desiderio". Belle toujours è un'opera elegante formalmente e la cena finale è l'apice di questa eleganza con toni barocchi sia nella scenografia che nella splendida fotografia in cui il gioco delle luci e delle ombre ben si adatta ai personaggi e ai loro "Sè". Dopo lunghi silenzi e qualche parola, improvvisamente Sèverine si alza e se ne va senza che nulla sia stato disvelato. Ecco il tipico "atto mancato" bunueliano espresso, però, per mano del regista portoghese....Purtroppo è un film che mi è scivolato addosso lasciandomi poco (a livello emotivo), forse a causa delle grosse aspettative che vi riponevo, ma soprattutto per il fatto che forse mi ero creato una rappresentazione mentale del film che poi non si è verificata....mi ero già costruito il mio Belle toujours e questo non è (sempre) "corretto" farlo...Operando una media tra la forma stilistica e le senzazioni ricevute, devo assegnare (ahimè) un 6,5.....mea culpa!
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