Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
De Oliveira si avventura in un'impresa mastodontica, ovverosia quella di continuare un lavoro non soltanto di uno dei più grandi maestri del cinema, ma anche di uno dei più deliranti e dei più visionari. Fondamentalmente non ne esce male, anche se il progetto ambiziosissimo riesce soltanto in parte: il rito del cibo, la sessualità malata, il pollo nel corridoio, le citazioni di Bunuel ci sono e sono vive (nonchè la dedica, in forma scritta, dichiarata all'inizio della pellicola); l'atmosfera è però un po' troppo gelida e rarefatta ed i sessantasei minuti scorrono davvero lentissimi. Come corto, avrebbe potuto dare molto di più. Rimane indiscutibile, invece, il gusto del 95enne regista portoghese, sempre alle prese con - per nulla facili - operazioni di sdrammatizzazione ed ironizzazione della nostaglia.
Una donna, pur amando il marito, si prostituiva a sua insaputa. 40 anni dopo, vedova, viene rintracciata da un amico del defunto marito che le rivela di avere una sorpresa per lei. Che però non vuole avere più nulla a che fare con il suo passato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta