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World Trade Center

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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Dying Theatre

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su World Trade Center

di Dying Theatre
4 stelle

Riuscireste ad immaginare qualcosa di più ricattatorio, improprio, pleonastico, pretenzioso, estenuante, melenso e mortalmente noioso della rappresentazione - praticamente in tempo reale - dell'agonìa, comunque a lieto fine, di due pompieri intrappolati sotto le macerie d'un palazzo e che si descrivono reciprocamente dolori e mutilazioni e favoleggiano su un insperato ritorno al focolare domestico? Oliver Stone, evidentemente, si. Perciò non ci risparmia nemmeno i risibili siparietti delle mogli in pena (iconograficamente perfette, uscite come sembrano da uno spot televisivo anni '50), gli isterismi di chi, in trepidazione a vario titolo, attende notizie, le schematizzazioni più sciatte e nauseanti e le ennesime, indigeribili, divagazioni patriottistico-moraleggianti sui temi Dio, Patria, Famiglia, Valore, Militarismo, Coraggio, Burro d'Arachidi, Vibromassaggiatore eco-compatibile per signora. No. Davvero Troppo-Per-Chiunque. Pure per chi, fino a non molti anni or sono, si ostinava a giustificare i deliri pre-senili di quel grande cineasta che Stone, il millennio scorso, Fu. "World Trade Center" è, in sè, un'opera Perfetta. Compiuta come poche. Del tutto 'coerente', 'finita' ed autogiustificantesi, in quanto neanche esistente, tutto sommato. Summa ostentataSi dell'irrappresentabile filmico. Inno - "coraggioso"?? ahahahah, incosciente, ecco - a tutto quanto di più esecrabile, sbagliato, pretestuoso, falso e nauseabondo vi sia su questa terra. E' roba d'una sguaiatezza e(ste)tica e d'una disonestà intellettuale da apparire, per certi versi, un capo d'opera del cattivo gusto. Un monumento agiografico del Ricatto. Senonaltro un unicum. No, neanche chuck norris e micheal bay avevano mai sperimentato una tale, promiscua, vicinanza al Sublime Scatologico. Di fatto, al di là d'ogni preconcetto ideologico o filosofico, il film appare come un grosso omaggio a Mario Merola. Sottotitolo: Oliver il patriota e i suoi macho-gesti di autoero(t)ismo. Recensirlo è già Sbaglio Decisivo.

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