Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Dopo molto Shakespeare, Kenneth Branagh passa niente meno che a Wolfgang Amadeus Mozart e vince la scommessa di ambientare Il flauto magico durante la Prima Guerra Mondiale, con l'adattamento musicale del grande direttore d'orchestra James Conlon. Branagh riesce ad evocare il senso di magia dell'opera e sposa amabilmente la grazia e la leggiadria del capolavoro mozartiano, senza essere mai stucchevole, ha grande senso del ritmo e dell'ironia, ha trovate semplici ma geniali, muove la mdp sempre sapendo cosa vuol fare, anche per i piccoli dettagli; soprattutto usa con parsimonia gli effetti speciali digitali (per una volta molto verosimili e presenti solo quando strettamente necessario) e si avvale della bella fotografia, mai patinata, di Roger Lanser Acs. Costumi di Christopher Oram, scenografie di Tim Harvey, dialoghi inglesi (certo molto discutibili ma che non danno fastidio più di tanto) di Stephen Fry.
Un film-opera brillante che consiglio, uno stimolo a creare ancora realizzazioni cinematografiche di opere liriche, pratica non nuova ma poco seguita (questo ovviamente non deve sviare il pubblico dal conoscere l'opera vera e propria originale in teatro, sempre imprescindibile, in quanto l'adattamento in film comporta quasi sempre modifiche pratico-artistiche).
Menzione speciale per l'ottimo cast vocale, dove spiccano Joseph Kaiser (Tamino) e la granitica e bravissima Lyubov Petrova (Regina della notte), resa con potenza da Branagh nella sua aria più famosa. In genere amo la purezza filologica (sempre relativa), ma gli adattamenti possono essere anche di ottima fattura, come in questo caso. 8
Bellissima direzione di James Conlon, noto soprattutto nell'ambito novecentesco, briosa e precisa, alla guida della splendida Chamber Orchestra of Europe.
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