Regia di David Lynch vedi scheda film
il ritorno del grande Lynch non delude le attese, anche se...anche se va detta una cosa: i precedenti film-rompicapo del cineasta del Montana (Strade Perdute, Mulholland Drive), sotto a tutti quegli incomprensibili (?) grovigli, rivelavano vicende per nulla prive di senso (la crisi d'identità, la paura hitchcockiana di trovarsi vittima di una congiura in Strade Perdute; l'amicizia tradita e la corruzione degli ambienti di Hollywood in Mulholland Drive)...in quei due film, ogni sequenza seguiva una logica aliena a quelle che guidano normalmente il comportamento delle persone nella realtà (e dei personaggi nel cinema); ma in quei due film, ogni sequenza offriva una o più chiavi di interpretazione, che permettevano collegamenti con altre sequenze, in modo da poter prima isolarne poi intrecciarne i vari sottotesti...si trattava di opere rette da una logica incrollabile; non importa che si trattasse della logica dei sogni o degli incubi o delle fantasie...in INLAND EMPIRE, invece, ci si perde...difficile rinvenire dei fili conduttori, in quel garbuglio di personaggi che si confondono tra di loro, frasi lasciate a metà, ambienti che ricorrono, si sovrappongono, si alterano, cambiano posizione nello spazio, piani temporabili differenti che convivono tra di loro, il cinema che si fonde con la realtà (?) che si fonde col sogno che si fonde con l'immaginazione che si fonde cona la televisione (la sit-com delle teste d'asino) che si fonde col ricordo...si parla, anche qui, della corruzione di Hollywood, del tradimento e delle sue ineluttabili conseguenze, di una mente assolutamente spaesata...ma al di là di questo, bisogna ammettere che in questo film Lynch rinnova non poco il suo immaginario, introducendo una dimensione europea (la città innevata, che ricorda tanto certa Mitteleuropa; le scene in polacco, forse il frangente più irrisolto del film, ma anche quello più affascinante): questa interessante digressione dal consueto immaginario esclusivamente americano fa ben sperare per il futuro di questo indispensabile autore...
una delle più grandi interpretazioni che abbia mai visto in un film: Laura Dern è forse la più grande attrice espressionista dei nostri tempi
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