Regia di Roberta Torre vedi scheda film
Dimenticate il tono leggero e beffardo di Tano da morire, film d'esordio che rivelò il talento iconoclasta di Roberta Torre. Qui siamo esattamente agli antipodi, alle atmosfere lugubri delle sale da autopsia, alle luci crepuscolari degli scambisti, a quelle al neon dei commissariati di polizia. Al centro della vicenda di questo pessimo poliziesco c'è l'omicidio di una studentessa romana di buona famiglia che per sollazzarsi troppo col sesso estremo ci è rimasta secca. Il commissario Luca Moccia (Lo Cascio), che indaga sul caso, comincia a sospettare che anche quella fatalona della sua compagna (Mouglalis) nasconda attività promiscue e spinge sul pedale della fantasia.
Imbarazzante, sconnesso, totalmente privo di tensione, il noir della Torre è un thriller dell'anima tanto pretenzioso quanto inutile, tutto da dimenticare, peraltro servito da una Mouglalis che sembra in posa perenne per la copertina di Vogue (però che voce!) e da un Lo Cascio imbalsamato e completamente fuori parte. Si salva soltanto la colonna sonora.
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