Regia di Roberta Torre vedi scheda film
Nel 1997 all’uscita del musical TANO DA MORIRE si gridò al miracolo e la regista milanese ma palermitana d’adozione Roberta Torre sdoganò Nino D’Angelo e (ri)lanciò un genere mai decollato in Italia. Una sorta di nuova Lina Wertmuller anche per la capacità di virare al grottesco un tema delicato e difficile come la mafia, il successivo SUD SIDE STORY con M.Merola e L.Tony è stato un fiasco, si è ripresa con ANGELA, ritratto drammatico e tragico di una donna malavitosa, asciutto e privo di luoghi comuni ma incapace di riscaldare i cuori del pubblico e della critica. La Torre, però, con l’ultimo MARE NERO è sprofondata definitivamente (forse). Luca è un ispettore di polizia che indaga sull’omicidio di una giovane studentessa che frequentava un locale di scambisti. Durante le indagini Luca si perde in questo mondo torbido e ambiguo, coinvolge la compagna, confonde realtà e sogno senza venire a capo di nulla. Colori cupi, atmosfere dark, personaggi perversi e misteriosi, gli ingredienti del noir sembrano esserci tutti, peccato che sia presuntuoso e profondamente sbagliato, finto e da subissare di pernacchie al suo termine. Troppi registi italici sono convinti di compensare copioni raffazzonati e regie velleitarie con una bella fotografia o con un buon reparto tecnico-visivo. L’interprete principale è l’ex promettente Luigi Lo Cascio, il quale dopo gli importanti I CENTO PASSI, LA MEGLIO GIOVENTU’ e BUONGIORNO NOTTE si è perso in film mediocri e interpretazioni monocordi e anonime come questa (i ruoli brillanti nei film di Avati e Tornatore lo hanno risollevato), la splendida attrice francese Anne Mouglalis delude ancora dopo ROMANZO CRIMINALE, lo strepitoso attore di teatro Massimo Popolizio in poche pose si mangia protagonisti e comprimari ma è il contesto che non funziona. Pessimo esempio di cinema italiano.
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