Regia di Paul McGuigan vedi scheda film
Oltre ogni previsione. Nonostante l'inizio, che davvero mi aveva indotto a temere il peggio, il risultato è al contrario del tutto appagante. Non lasciatevi ingannare dalle apparenze. L'avvio non è certamente dei più coinvolgenti, perché si stenta a comprenderlo e trovarvi una logica. Parrebbe uno dei soliti mediocri e assurdi film sconclusionati, ma tale non è, in realtà. Al contrario, ogni tassello avrà la sua giusta collocazione, prima della fine.
Il fatto è che il regista Paul McGuigan si diverte con le scene nel costruire un abile gioco all'incastro (potrebbe ricordare Christopher Nolan, in questo aspetto) alquanto ostico e criptico. Tuttavia gli riesce con perfezione certosina, contrariamente a tanti altri mestieranti, e sarebbe ingiusto non riconoscergli questo grande merito (suo e della sceneggiatura di Jason Smilovic). Dunque sarà necessario prestare la massima attenzione e concentrazione, al fine di essere in grado di apprezzare al meglio ogni sfumatura di quella che, a tutti gli effetti, è una riuscita "mossa Kansas City".
Superato il naturale sconcerto alla visione del prologo, se si sarà in grado di resistere alla tentazione di fuga, presto o tardi si verrà sempre più affascinati da un intreccio via via più chiaro e intrigante. Una volta avvinti, vi avrà conquistati sino alla fine. Il mio consiglio, se potete, è di attendere almeno di superare l'incontro con la "fatina", ovvero la svolta (o, se preferite, il "prestigio")... sino ad allora, infatti, il film non avrà mostrato la sua vera natura.
Ottima è la caratterizzazione dei personaggi. Ancora, il non riuscire a comprendere fin dal principio le relazioni fra loro non dovrà avvilire: tutto diverrà cristallino a tempo debito. Comunque i dialoghi brillanti non falliranno nel preservare costantemente intatta la loro efficacia. Ciò, unitamente alla sopraffina colonna sonora, contribuirà a mantenere vivo l'interesse per l'intera durata della proiezione.
Ho apprezzato inoltre la squisita atmosfera dalla doppia anima, seria e faceta, dall'umorismo mai involontario, inopportuno, ma sempre premeditato, contrariamente a quanto si potrebbe pensare. Il dramma è così saggiamente alleviato e reso più gradevole ed appetibile.
Quindi, senza esitazione, consiglio la visone di quest'opera. Soprattutto agli appassionati delle pellicole cervellotiche. E a chiunque avesse apprezzato lo "stile" qui presente, suggerisco pure l'esordio del regista Paul McGuigan nel genere giallo, ovvero i due TV-Movie Uno studio in rosa e Il grande gioco da lui diretti, rispettivamente primo e terzo episodio della serie Sherlock (2010) della BBC.
New York. A causa di uno scambio di identità, Slevin Kelevra è coinvolto nella guerra personale fra due gangster acerrimi nemici: il Boss e il Rabbino. Nel contempo, Slevin finisce pure per essere sorvegliato dall'inflessibile detective Brikowski e dallo scellerato assassino Goodkat. Per uscirne vivo, Slevin dovrà tramare un'ingegnosa congiura. Questo è tutto quanto occorre conoscere alla prima fruizione, per non rovinarsi alcuna sorpresa.
Bell'esordio di Josh Ralph, con musiche preziose, mai invadenti, efficaci nel sottolineare ciascun momento. Ha saputo tradurre in sonorità quella medesima alternanza tra comico-grottesco e azione-thriller che si riscontra nell'intreccio.
Essendosi dimostrato un degno membro di quello che è uno dei miei generi preferiti, come potrei mai volere cambiare qualcosa?
Il suo miglior film portato sul grande schermo. Notevole. Le sue riprese sono inconfondibili.
Disinvolto e convincente protagonista, Slevin Kelevra. Una rivelazione.
Sempre ottimo e sornione. Mr. Goodkat è il suo ruolo tipico.
Brava e simpatica Lindsey.
Autorevole nelle vesti de "il Boss".
Un magnifico Schlomo, "il Rabbino".
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