Regia di Seth Holt vedi scheda film
Voto: 8,5/10.
Pubblico: imdb 7,3/10 – rottentomatoes 3,8/5 – filmtv (IT) 4,0/5 – allociné (F) 3,2/5 – screenrush (UK) 3,0/5 – moviepilot (DE) 7,2/10 – kinopoisk (RU) 7,6/10
Critica: moviepilot (DE) 6,8/10
Dizionari: maltin 3/4 – mereghetti 2,5/4 – farinotti 3/5
Una sorpresa questo film dei primi anni ‘60, inglese per produzione e luoghi delle riprese (il Buckinghamshire), francese per ambientazione, più esattamente la (altrove) calda e turistica Costa Azzurra. In effetti questo cliché viene subito scansato, in quanto in pochi minuti si passa, a bordo dell’auto che trasporta la protagonista, dall’aeroporto ad una elegante villa sulle alture lontana dalle località glamour (Cannes viene nominata solo fugacemente).
In realtà la prima sequenza non ha nulla di “mediterraneo”, in quanto lo specchio d’acqua inquadrato, dal quale viene ripescato il cadavere di una donna, è quello di un lago alpino. A non scomparire per il resto della pellicola è però proprio questo elemento, l’acqua appunto, che ritorna sia sotto forma di piccola piscina nel mezzo del cortile della suddetta villa che in quella delle onde del mare che s’infrangono sulla costa.
La già citata protagonista, Penny Appleby (a cui presta il volto la newyorkese Susan Strasberg, figlia del Lee dell’Actors Studio), costretta su una sedia a rotelle, dopo il divorzio dei genitori ha vissuto in Italia con la madre. Alla morte di quest’ultima, ma anche di Maggy, l’infermiera a cui si era molto legata, Penny decide di ricucire i rapporti col padre che non vede ormai da dieci anni. Si reca così nella sua residenza francese, che il genitore condivide con la nuova moglie, Jane (Ann Todd), e l’autista, Robert (Ronald Lewis), che si rivela presto il suo appiglio principale. Peccato che a mancare sia proprio il padre. Dove egli sia però pare un mistero, visto che le versioni dei due inquilini sono discordanti. E questo per Penny non è che l’inizio dei problemi. Luci e autovetture che appaiono e scompaiono, pianoforti e saracinesche che prendono vita, rumori strani, visioni inquietanti, ombre… E non è certo rassicurante il medico di famiglia, Pierre Gerard (Christopher Lee). Quando nessuno, ma proprio nessuno, è quello che appare, di chi ci si può fidare?
Diretto con mestiere dal poco prolifico Seth Holt (6 lungometraggi più tre opere per il piccolo schermo), inglese ma palestinese di nascita, questo noir d’atmosfera si regge su una solida sceneggiatura ed è caratterizzato da un ottimo montaggio, che congiuntamente assicurano una tensione palpabile e continua fino alla fine, offrendo improvvisi cambi di direzione e colpi di scena. Dopo numerosi indizi, il parziale disvelamento delle carte a metà pellicola non ha alcuna influenza negativa sul climax narrativo. Inoltre il film si avvale di un’affascinante e morbida fotografia in bianco e nero, che raramente ritrae i volti degli attori (da sottolineare le efficaci prove dell’intero cast) completamente illuminati. La villa, con le sue luci ed ombre, è da annoverare fra i protagonisti e mette lo zampino nel sottile equilibrio fra disabilità fisica e psicologica di Penny su cui gioca la sceneggiatura. Un’opera che consiglio assolutamente di recuperare.
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