Regia di Gregory Dark vedi scheda film
Il regista Gregory Dark viene dal porno eighties (sua, per esempio, la serie semicult di New Wave Hookers), e si vede. Mette in scena come se fossimo ancora ai tempi di Michael Ninn, tutto flash-cut e velocizzazioni improvvise. È rimasto un po’ indietro, anche nell’ideologia di genere. Il collezionista di occhi sembra un qualunque Kevin Tenney, di sciocchezza sopraffina e talmente trito nell’assunto e nello sviluppo che fa quasi tenerezza. Il wrestler Kane che strappa gli occhi a un nugolo di giovinastri idioti perché, poverino, da ragazzo ha subito un trattamento poco consono per mano della mamma pazza, è simbolo di un intero filone che continua ad avere numerosissimi fan. E va bene così, meglio di dieci Silent Hill. Il collezionista di occhi ha zero pretese: solo un menu di piatti truzzi e gory che interessano all’appassionato e basta. Il quale, soddisfatto, gioisce tra un eye-gouging e un telefonino ficcato giù per la gola di una troietta (che deglutisce). C’è anche una tizia che si sfracella il braccio cadendo infilzata per le gambe, per finire sbranata da cani affamati. Ottima, inoltre, la fine della genitrice con le caldane. Il resto non c’è. Un dubbio: se la cavano la coppietta semi-lesbica e il più stronzo di tutti; non è che nella cafonaggine generale si tenti un’impennata di scorrettezza politica?
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