Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Helene reincontra l'ex marito Maurice, che ora sta con Constance. Maurice e Helene tornano a intendersela, ma anziché mettersi l'una contro l'altra le due donne decidono di allearsi per eliminare l'uomo. Non tutto va per il verso giusto e i due ex coniugi si ritrovano sulla coscienza il cadavere di Constance. È qui che la faccenda si complica sul serio: dal nulla sbuca infatti Susan, figlia della morta, che non crede al decesso accidentale della madre. Helene non impiega molto tempo a comprendere che Maurice ha una relazione speciale anche con Susan.
Forse Paranoia è il film con il più alto tasso di colpi di scena della storia del cinema: tutti hanno qualcosa da nascondere e tutti fanno un doppio gioco con qualcuno nell'arzigogolata trama della pellicola; nel corso di un'ora e mezza assistiamo infatti a relazioni extraconiugali, triangoli impensabili, cadaveri veri e cadaveri presunti, armi del delitto scomparse, tensioni erotiche incontrollabili con una trama gialla perennemente annacquata da divagazioni rosa spesso e volentieri inattese o perfino ininfluenti. Come è ininfluente a conti fatti il mestiere della protagonista, se non altro bizzarro: è una pilota di auto da corsa e, ciliegina sulla torta, nel frettoloso finale rinnegherà totalmente il suo mestiere dando ulteriore linfa al substrato nonsense su cui cresce e si sviluppa la storia. La sceneggiatura, quantomeno originale nel suo tentativo di rimescolare a casaccio quante più idee possibile, reca le firme di Marcello Coscia, Rafael Romero Marchent, Bruno di Geronimo e Marie Claire Solleville, da un soggetto dei primi due; le scelte di casting funzionano: nei ruoli centrali troviamo Carroll Baker, Anna Proclemer, Jean Sorel, Marina Coffa e Luis Davila. E veniamo quindi alla curiosità principale dell'opera, che sconfina nei territori dell'assurdità: Umberto Lenzi girò tra il 1969 e il 1970 tre thriller piuttosto simili (oltre a questo, Così dolce... così perversa e Orgasmo), peraltro tutti e tre con Carroll Baker protagonista; quale titolo affibbiarono a Orgasmo i distributori americani? Paranoia. Ebbene sì. E al nostro – il presente film – Paranoia diedero come titolo A quiet place to kill, che a conti fatti non ha neppure granché senso. Misteri della distribuzione internazionale. 3,5/10.
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