Regia di Alberto Cavallone vedi scheda film
Ingrid torna a casa dal collegio per un funerale. Poi va a una corsa automobilistica, durante la quale un pilota ha un incidente e va in coma. In ospedale, fra i visitatori, arriva un collega pilota; la madre di Ingrid se la intende con lui. Ma anche con altri e con donne. Nel frattempo, caccia al cinghiale, corse di cavalli, accoppiamenti liberi fra i personaggi del film.
Se Alberto Cavallone ha girato un film davvero brutto, quel film è Zelda. Non che il resto della sua produzione brulichi di opere di indiscutibile qualità, naturalmente, ma la sua travagliata carriera andrebbe suddivisa in due netti tronconi: pellicole girate per campare (fra le quali i porno degli ultimi anni), che non possono in nessun caso essere giudicate negativamente al di là delle loro basse aspettative, e pellicole fortemente volute, di stampo prettamente autoriale, categoria che annovera titoli di buon livello (Blue movie), un piccolo gioiello (Spell - Dolce mattatoio) e un capolavoro, cioè Quickly - Spari e baci a colazione: per questi lavori è effettivamente lecito giudicare Cavallone. Zelda presumibilmente partiva come progetto dalle ottime ambizioni, nella seconda categoria appena citata insomma; ma qualcosa deve essere andato storto durante le riprese. Il film è corto (la versione che ci arriva oggi, grazie al web, raggiunge a malapena l'ora e un quarto di durata), montato in maniera maldestra - dallo stesso Cavallone, anche sceneggiatore - e alterna momenti riusciti durante i quali la trama sembra dipanarsi (i personaggi si presentano, succedono cose che hanno una ricaduta logica sulla storia) a sequenze che paiono inserite completamente a casaccio, forse soltanto per allungare la pellicola a sufficienza per la proiezione. Una scena di caccia, corse automobilistiche, cavalli selvaggi: tutto materiale palesemente infilato a forza, la cui fotografia non ha niente a che vedere con il resto del film. Mistero: Zelda rimane un'opera incompiuta e le scarse notizie che si ritrovano in rete su di essa rilevano l'insoddisfazione del suo autore, che avrebbe voluto girare, a suo dire, un film sul rischio (e, pare di poter dire, sulla componente erotica che lo pervade), sulla folle corsa dell'uomo verso l'eccesso, ma comprensibilmente il risultato finale lasciò perplesso lo stesso Cavallone. Fra gli interpreti: Franca Gonella, James Harris, Debebe Eshetu e Jane Avril, all'anagrafe Maria Pia Luzi, moglie e attrice prediletta del regista. 2/10.
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