Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
Una ricca vedova, il cui unico figlio è morto l’anno prima durante una vacanza in Europa, intende donare un milione di dollari a un ospedale psichiatrico: l’unica condizione è che sua nipote, testimone della morte del giovane e precipitata da allora in una grave crisi nervosa, venga sottoposta a lobotomia. Fin dalle prime scene si respira un’atmosfera malsana, con un giardino simile a un Eden pieno di piante carnivore e la donna che rievoca il rapporto di morboso attaccamento che la legava al figlio. Paradossalmente, è un caso in cui la censura ha un effetto benefico sul piano artistico, creando suspense: la parola “omosessuale” non viene pronunciata neanche per sbaglio, ma i retroscena torbidi emergono a poco a poco e toccano il culmine nel flashback degli ultimi minuti, dove le immagini scorrono sullo sfondo dell’inquadratura e il protagonista non si vede mai in faccia. Godibilissimo lo scontro fra le primedonne Hepburn e Taylor, dapprima a distanza e poi faccia a faccia; in mezzo risulta un po’ sacrificato Clift, a cui la sceneggiatura riserva una funzione maieutica: si limita a far parlare l’una e l’altra, tirando fuori due verità contrastanti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta