Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
Ho rivisto con interesse il film dopo aver letto una recensione di una stimata collega del sito, che mi ha incuriosito e spinto a riprenderlo in mano. E' un dramma psicanalitico che reca intatta l'impronta morbosa di Tennessee Williams, ma che Mankiewicz ha saputo integrare con talento al proprio universo personale. Pur non essendo allo stesso livello dei suoi migliori film come "Eva contro Eva" o "La contessa scalza", "Improvvisamente l'estate scorsa" si raccomanda per una regia elegante, che dona logicamente un posto di primo piano alla parola nei lunghi scambi verbali, ma che riesce anche a valorizzare l'immagine con movimenti di macchina sempre funzionali, un uso di flashback subliminali nella parte finale davvero inedito e incisivo e una scenografia inquietante che disegna geometrie allucinate. Mankiewicz non delude, quindi, fedele a se stesso e alla propria estetica cinematografica, e accetta la sfida pericolosa di mettere in scena un testo che nell'eccesso volutamente "camp" trova una delle proprie ragioni di esistere. La sceneggiatura di Gore Vidal non è però impeccabile, e si potrebbe trovare più di un motivo di insoddisfazione nell'adattamento dell'atto unico di Williams: alcuni personaggi minori come quelli della madre e del fratello risultano quasi caricaturali, certi passaggi come quelli in cui la Taylor bacia appassionatamente il chirurgo che dovrebbe operarla appaiono inverosimili, e soprattutto si poteva limare la rappresentazione negativa del personaggio di Sebastian, che molti giudicano davvero omofobica pur nella sua incompletezza, perché di omosessualità non si parla mai ma si lascia solo intendere a causa delle restrizioni del codice Hays (ma nello stesso anno una commedia come "A qualcuno piace caldo" non era stata più esplicita sullo stesso tema, con buona pace del codice di autoregolamentazione?) Il barocchismo di Mankiewicz la spunta sulle incongruenze, e la resa degli attori è eccellente, soprattutto per la Hepburn e la Taylor, mentre Clift resta inevitabilmente nella loro ombra pur non mancando della consueta sensibilità. Insomma un film imperfetto, sicuramente vitale, con intuizioni registiche di alto livello e qualche cedimento allo stereotipo nel personaggio del ricco seduttore gay corrotto e manipolatore che sfrutta una torma di ragazzi di vita quasi pasoliniani che però non hanno un volto e una fisionomia vera e propria. Pur con qualche esitazione, confermo le 4 stelle.
voto 8/10
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