Regia di Aldo Vergano vedi scheda film
Nella Sicilia del secondo dopoguerra Maruzza ama Cosimo, bandito che si è dato alla macchia. Turi, fratello di Maruzza, torna in paese per stanare l’amante della sorella.
È un neorealismo un po’ spurio, quello de I fuorilegge, che si rifà al contemporaneo cinema nostrano basato su spazi aperti, personaggi popolari e storie di quotidiana disperazione nell’Italia della seconda guerra mondiale e della successiva ricostruzione; ma che allo stesso tempo basa il suo solido copione su una storia da melodramma e adopera interpreti professionisti. Qualcuno ha voluto vedere nel personaggio del bandito Cosimo un epigono di Salvatore Giuliano; a scanso di equivoci la didascalia in apertura ricorda la totale mancanza di riferimenti volontari alla realtà da parte del film, che prende spunto da un’idea di Vana Arnould con una sceneggiatura firmata da una corposa squadra di lavoro: Ottorino G. Caramazza, Leopoldo Trieste, Pino Mercanti, Gian Paolo Callegari, Sergio Pugliese, Vinicio Marinucci, Giuseppe Mangione e Aldo Vergano, il regista. Nel complesso I fuorilegge non è una pellicola entusiasmante, né dal punto di vista dei contenuti in sé (la Sicilia di quegli anni e più in generale la ‘questione meridionale’ saranno meglio raccontate dalla coeva opera di Pietro Germi), né da quello del ritmo e della messa in scena; rimane però da ricordare per essere una delle prime occasioni in cui si può ammirare il giovane Vittorio Gassman – classe 1922 – fra i protagonisti. Altri interpreti: Umberto Spadaro, Ermanno Randi, Maria Grazia Francia, Leonardo De Mitri, Tino Buazzelli, Antonio Gradoli. 4/10.
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