Regia di Antonio del Amo vedi scheda film
Gradevole western di co-produzione italo-spagnola come altre centinaia negli stessi due o tre anni, uscito soprattutto nei cinema di provincia come a Cecina accanto all'agraria ferramenta in eccellente ambientazione naturale, per luogo e periodo, ad aprile 1965. Pochi mesi dopo il seminale e capostipite "Pugno di dollari" leoniano, che fa apparire questo come già vetusto e datato, di un'altra epoca se non proprio un altro cinema, debitore e rifacimento del western classico americano alla Delmer Daves, con ovviamente infinite ingenuità e semplificazioni di scrittura, in più.
Diretto dal regista spagnolo Antonio Del Amo, realmente esistente a dispetto del nome da pseudonimo e prolifico in ogni genere del cinema iberico fino agli anni ottanta già dai quaranta, e che qualche problema in quanto comunista ebbe con l'instaurarsi del regime franchista, è una piacevole capsula del tempo di storie e di un cinema che non esiste più, con il siculo Claudio Undari/Robert Hundar dalla gran faccia e presenza fisica ma che poco potrebbe incidere senza la voce di Cesare Barbetti, nei panni nientemeno che del figlio di Jesse James, Billy James. Il cui omicidio per mano del "codardo Robert Ford" vediamo all'inizio della pellicola, con Ford principale antagonista cattivo del protagonista che ritornerà più avanti nella storia, interpretato dal nostro Luis/Luigi Induni.
Sempre degno di nota e incisivo come cattivo, Raf Baldassarre, e interessante ritrovare Adrian Hoven come sceriffo Allan Davis, doppiato da Pino Locchi. Nutrita presenza degli ufficiali dei caratteristi del cinema western italo-spagnola, da John Bartha a Roberto Camardiel, a Josè Jaspe. Gran pottone latino dell'epoca, la iberica Mercedes Alonso è l'unica decorativa presenza femminile del film nella parte della proprietaria terriera Dorothy.
Colonna sonora di Angelo F. Lavagnino molto lontana da quelle a essa contemporanee di Morricone o Alessandroni.
Produzione P.E.A. come altri titoli ben maggiori e classici, dello sterminato filone.
John Nada
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