Regia di Edmund Goulding vedi scheda film
Il Dipartimento del Tesoro USA non riesce a catturare un falsario di piccolo cabotaggio, codificato con il numero 880 - 500 dollari all'anno - e del file in questione viene incaricato un agente (Burt Lancaster): i sospetti e le prime indagini sembrebbero veicolare il colpevole verso una traduttrice (Dorothy McGuire) impiegata all'ONU, ma la verità sarà del tutto impensabile.
'Mister 880' inizia con uno stile da reportage, per poi ben presto virare verso una commedia garbata, persino un po' buonista - siamo ad inizio anni '50, in piena 'caccia alle streghe' maccartista - con i contorni della favola alla Frank Capra dove alla fine, in un modo o nell'altro, tutto si aggiusta, ma con al suo attivo dei dialoghi effervescenti, un ritmo sempre sostenuto e degli interpreti in stato di grazia.
Invisibile la regia di Edmund Goulding, tutta al servizio di storia ed attori: l'integerrimo, ma dal cuore tenero, dipendente del Tesoro interpretato con il consueto carisma da Burt Lancaster e la traduttrice impersonata con classe ed eleganza da Dorothy McGuire sono i protagonisti, sui quali viene costruita un'artificiosa storia d'amore, ma la scena è rubata da Edmund Gwenn, ometto anziano dal carattere mite, dedito alla 'losca' attività segreta, i cui introiti gli servono per finanziare l'acquisto di cianfrusaglie e per fare regali ai bambini del vicinato, una sorta di continuazione del personaggio di Babbo Natale, che qualche stagione prima gli aveva consentito di portare a casa l'Oscar come attore non protagonista; in questo caso si ferma solo alla nomination e al Globo d'oro.
Impagabile la sua espressione quando in Tribunale il giudice recita l'espressione di rito 'Gli Stati Uniti contro Miller' e lui esclama: ''Gli Stati Uniti contro...me!''.
Voto: 7 (v.o.).
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