Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Un classico del cinema "avatiano" per atmosfere, protagonisti e per quel sottile stare a cavallo tra esoterico e fantasia che contraddistingue buona parte della sua cinematografia
Pupi Avati ama l'usato sicuro e, in questa interessante opera "naturalistica", si avvale ancora per buona parte di un cast a lui caro: Gianni Cavina, Carlo delle Piane e Lino Capolicchio a cui si aggiungono pochi ma efficaci innesti. La storia, in puro stile avatiano, è un viaggio tra esoterismo ed atmosfere quasi oniriche, che la magnifica ambientazione nel delta del Po restituisce più che bene. Siamo alla fine del '700, ed una famiglia costituita da un padre e quattro figli adulti (la madre è morta anni prima partorendo l'ultimogenito) vive in una sorta di eremitaggio in un casolare sulle rive dell'acqua. Qui arriverà una donna che romperà tutti gli equilibri familiari e farà scoprire l'amore a uomini ancora fermi mentalmente all'età dell'infanzia. Un film che, per chi ama come il sottoscritto il cinema di Avati, non delude e rappresenta un classico del suo modo particolare di fare pura poesia cinematografica.
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