Regia di Andrzej Zulawski vedi scheda film
Per evitare responsabilità metterò sul tavolo tutto, nel cinema più che in altre arti, vale la regola dei due pesi e delle due misure che ognuno, stanti i gusti e la sensibilità culturale, utilizzerà al meglio per procedere alla visione. Perché potrebbe valere la pena vederlo? Romy Schneider, su tutto e tutti. Splendida, bravissima, magnetica. Riesce quasi a non far notare la presenza dell'asettico Fabio Testi nel cast e del non esaltante Jacques Dutronc. Altro aspetto che si può marginalmente salvare sono i dialoghi che riescono comunque a dare una connotazione interessante alla pellicola. Perché, invece, non vale la pena vederlo? Il film è decisamente noioso, senza una minima aderenza alla realtà ed in qualche modo fine a se stesso. E' più un dramma teatrale teso a mostrare delle psicologie delicate e fragili che il racconto di una storia d'amore. La protagonista sembra recitare il suo stesso personaggio, trasformare la sua vita nel suo lavoro, il suo compagno è allo stesso tempo vittima della gelosia e rassegnato ad un ruolo di mecenate e salvatore della compagna, accettandone però le debolezze ed il passato promiscuo; il personaggio di Testi, tenebroso e sofferto, è quanto di più inverosimile si possa vedere. Fa dei sacrifici per salvare l'attrice che ama in segreto ma non vuole che lei lo sappia e, quando ha l'occasione per farlo, preferisce non avere un contatto fisico. Insomma tutto è sospeso tra sogno e realtà, tra un'analisi psicologica dei personaggi ed un tentativo di ricondurla a scelte di vita concrete ma il risultato complessivo è incompleto e artefatto. Non lo rivedrei, questo è certo.
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