Regia di Tonino Valerii vedi scheda film
Un ingegnere va in nord Africa per lavorare presso alcuni pozzi petroliferi; viene però rapito da terroristi del luogo e comincia per lui una terribile odissea.
Sahara cross è un pezzetto d'artigianato - non fra i migliori, ma neppure fra i peggiori - che ben rappresenta lo stato del cinema italiano negli anni Settanta: florido, in sostanza. I mezzi erano modesti, certo, ma le idee non mancavano e soprattutto c'era quel minimo di budget necessario per lavori di questo stampo, cioè dichiaratamente alimentari, di mero intrattenimento: ma questo, innanzitutto, perchè c'era chi questo intrattenimento lo richiedeva e andava in sala, pagando il biglietto, a goderne. Preambolo necessario, questo, per meglio comprendere la portata della pellicola: in sè poca roba se non pochissima, ma a tutti gli effetti un documento utile a descrivere qualcosa del momento in cui usciva. Valerii ha quasi sempre lavorato in prodotti di stampo simile, azione più esotismo più un tocco di commedia è la formula di Sahara cross; per ciò che promette, il film mantiene. Ciò anche grazie a un buon cast, che vede Franco Nero come protagonista e, attorno a lui, volti noti come quelli di Michel Constantin, Geoffrey Copleston, Luciano Bartoli, Pamela Villoresi; la sceneggiatura è un pastrocchietto non troppo originale firmato dal regista insieme a Ernesto Gastaldi e Adriano Belli. Deludono le musiche di Riz Ortolani, solitamente più incisivo. 4/10.
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