Regia di Gianni Puccini vedi scheda film
Prime occasioni da protagonista per uno che diventerà uno dei personaggi chiave della commedia italiana,dopo aver riscosso buoni successi televisivi:Nino Manfredi,nei panni di un modesto travet,figura importante tra letteratura e certo cinema del dopoguerra (oggi minimo devi essere un creativo o un imprenditore di livello per esser degno di un soggetto cinematografico....),si divide tra i sogni d'agiatezza,in cui conquista femmine sensuali,e la vita ordinaria che lo vede spesso pavido,incerto e sciolto solo se beve un goccio di troppo.Diretto da Gianni Puccini,nome non ricordatissimo dai cinefili,ma di fatto capace di un cinema medio di cui in questi anni si lamenta spesso,e giustamente,l'assenza,"L'impiegato" ha sì influenze "gogoliane",ma ancor più ricorda "Sogni proibiti",che era stato un recente titolo popolare con Danny Kaye (rifatto proprio questa stagione da Ben Stiller) in cui al grigiore dei giorni spersi nel tran-tran,si rifuggiva in una dimensione avventurosa solo immaginaria.E,infatti,pur avendo l'occasione della vita sentimentale con una capoufficio rigida ma affascinante,la sciupa per insicurezza,o forse anche per viltà:i due si sono osteggiati,ma probabilmente si piacciono anche,e per star dietro ognuno al proprio carattere,fanno una scelta conservatrice e si rispediscono dentro una sostanziale,noiosa ma "senza pericoli" infelicità di base.Un pò piatto nel racconto,il filmettino è tuttavia un ritratto di un'Italia appena prima del "boom" pulito e no
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