Regia di Steven Hilliard Stern vedi scheda film
Dedicata alla Memoria del Più Grande di Tutti:
Pietro Paolo Mennea,
(Barletta, 28 giugno 1952 - Roma, 21 marzo 2013)
«Una storia in cui conta solo avere il coraggio di essere ciò che sei.»
Frase di lancio originale del film
In occasione dell'alquanto triste e molto prematura scomparsa di Pietro Mennea, uno degli italiani migliori e maggiormente "diversi" non solo per lo sport -pur non avendone affatto condiviso certi posizionamenti politici nella sua carriera appunto, di "politico"-,che il nostro sciagurato paese abbia potuto avere almeno nel dopoguerra, vi scrivo la rece di questo film che Mennea è immaginabile potesse ben amare, se mai abbia avuto occasione di vederlo."The Running- Il Vincitore" , una pellicola di produzione canadese diretta nel 1979 da Steven Hilliard Stern, e interpretata da un giovane ma già straordinario Michael Douglas, allora reduce dall'Oscar come produttore per "Qualcuno volò sul nido del cuculo" e dal successo come attore per "Sindrome cinese"(The China Syndrome)(1979) di James Bridges.
Egli non interpreta un velocista come il grande Pietro, ma un maratoneta canadese di origini greche dal nome Michael Andropolis, in gara alle Olimpiadi di Montrèal del 1976.
Bisogna subito anche parlare della colonna sonora ad opera del quasi sconosciuto compositore quebecois Andrè Gagnon, la quale è oltre a Douglas la cosa migliore del film. Dall'inizio alla fine, essa non ti permette più di staccarti da esso, tanto che anche se fosse stata di un John Williams o di un James Horner, essi non avrebbero potuto fare di meglio, e tanto ancora che è sempre un piacere vedere e rivedere questo film anche e soprattutto grazie al capolavoro compiuto da Andrè Gagnon.
Quando vidi la prima volta "Running -Il Vincitore" era il 1981, e il film era stato da poco distribuito in Italia, Mennea aveva appena stabilito il suo sensazionale e quasi immortale record del mondo di 19'72" sui 200 alleUniversiadi di Città del Messico di due anni prima, e aveva poi bissato con la strepitosa medaglia d'oro dei 200 alle Olimpiadi di Mosca del 1980, facendo per la prima volta appassionare e scoprire davvero ad un popolo come quello italiano, ubriaco di calcio, l'immenso valore e forse anche l'intrinseca superiorità di uno sport quasi per eccellenza individuale come il suo. In quel 1981 Pietro avrebbe annunciato il suo primo ritiro dall'agonismo, anche per dedicarsi maggiormente agli studi, ambito anche quello in cui avrebbe eccelso, finendo per conseguire addirittura 4 lauree 4, e cosa che gli fa ancor più onore, tutte in materie umanistiche.
Tornando al film, anche se i suoi valori di produzione possano essere considerati carenti per la limitatezza del budget, ho sempre pensato che la storia in sé sia una delle migliori mai portate al cinema per quanto riguarda il genere "sportivo" con il vecchio adagio e schema "del protagonista che alla fine in un modo o nell'altro, trionfa" nonostante le avversità enormi che la vita gli ha posto dinnanzi. Michael Douglas apporta davvero la vita al suo personaggio.
Un film in particolare mi ha sempre riportato alla memoria questo, ed è stato "Forrest Gump" (1994) di Robert Zemeckis per quanto riguarda la famosa parte della "lunga marcia" del protagonista Tom Hanks. Se si rivede il dvd di "Running", non è possibile fare a meno di pensare che la citata sezione di "Forrest Gump" sia stata derivata da questo film. Ciò è particolarmente evidente nella scena in cui Michael gareggia e un gruppo di bambini del vicinato partecipano alla sua "fuga" in testa. Anche un pò come nell'altrettanto celeberrima sequenza della corsa diRocky/Sylvester Stallone per le strade di Philadelphia, inseguito da un codazzo di bambini e ragazzi entusiasti lungoConstitution Avenue e sulle note di "Gonna Fly Now" di Bill Conti, in "Rocky II".Qualcuno potrebbe obbiettare come in questo caso che tale sequenza non è molto realistica, sarà, ma quant'è stimolante. Da quando infatti vidi questo film, ogni volta che vedo correre una maratona essa me lo riporta alla memoria, e mi riaccende il desiderio di abbandonarmi di nuovo alle sue atmosfere nostalgiche e romantiche, ambientate in una struggente e maestosa Montrèal tutta autunnale (seppur alcuni esterni furono realizzati a New York, e seppur vi è un errore di ambientazione, in quanto naturalmente le Olimpiadidi Montrèal vennero disputate d'estate) dagli splendidi e lancinati colori. Resa da una fotografia che sarebbe impossibile non apprezzare.
Anche se "Running" è stato realizzato all'inizio della carriera di Douglas, continuo ancora oggi a considerarlo uno dei titoli migliori della sua filmografia, il quale è semplicemente eccezionale nel ruolo del protagonista. Forse il mio ricordo di questo film, a quasi dieci anni dalla sua ultima visione quando ne uscì il dvd italiano, non è probabilmente congruente con la realtà, ma ne sono sempre rimasto profondamente colpito. La storia è imperniata su di un maratoneta di grandioso talento ma anche dalla costante paura di fallire, il quale come il buon Pietro si tiene impegnato in massacranti allenamenti nei quali la sua grande determinazione e tenacia fanno la differenza, oltre ad una applicazione che ha del monacale, soprattutto se si pensa che deve gestirsela tra i suoi altri impegni di separato e poi divorziato allontanato dai suoi figli, e dal suo lavoro di sotto occupato. Egli ripone dunque dentro tutto stesso le sue speranze e l'affermazione della propria identità di corridore olimpico, inseguendo il sogno di diventare un campione con i colori del Canada.Purtroppo durante le selezioni arriverà però solamente quarto.La sua autostima è incapace di sopravvivere ad una sconfitta comunque onesta. Ma fortunosamente per lui, dopo un infortunio occorso a uno degli altri corridori prescelti, viene dunque selezionato per la squadra. Durante la gara vera e propria sembra che egli grazie alla sua grande forza e concentrazione riesca a imporre bene il suo talento, ed egli prende agevolmente il comando della maratona fino a che purtroppo non scivola, e cadendo sul selciato bagnato riporta una lussazione al braccio. A questo punto se la mia memoria non vagheggia un poco, alla fine egli ottiene comunque una grande vittoria e un enorme sostegno e incitamento del pubblico, accorso alle sue ali lungo tutto il percorso attraverso la bellissima Montrèal, offrendo a tutti una monumentale dimostrazione di sè, terminando la gara fra lancinati dolori e sofferenze: la sua autostima infatti non potrà essere determinata dalla lega di una medaglia ma dalla propria prova di carattere che è la più alta simbologia di ogni concorrenza atletica, e così deciderà infatti di finire la gara ma questa volta soltanto per se stesso. L'uomo che non poteva sopportare di essere sempre il migliore dei secondi, ora, è l'ultimo, ed è solo, in competizione unicamente contro se stesso. Nella sua sconfitta vince la vittoria della redenzione e se ne va con un premio molto più importante quindi di una medaglia d'oro olimpica. Mi piacerebbe molto rivedere questo film ancora oggi, proprio per Mennea, e non credo che rischierei una delusione rispetto all'effetto che mi fece nuovamente dieci anni fa, il quale fu ancora di grande impatto cinematograficvo.
In un epoca in cui soprattutto i velocisti dell'atletica sono visti e ridotti come oramai legati indissolubilmente al fanatismo del doping, Michael Douglas ci mostra nel 1979 un semi-disoccupato, divorziato trentenne con due bambini, che vede in sè la possibilità di realizzare il suo sogno ... e anche più in alto di questo sogno decidendo di fare della sua vita quello che veramente vuole fare, e nonostante quello che tutti pensano, sperando di entrare nella squadra canadese di maratona alle Olimpiadi! Nelle varie e molto belle sequenze in cui vediamo Douglas disperatamente attaccato alla sua concentrazione durante gli allenamenti, il volto determinato, non sarebbe possibile in questo momento non ripensare proprio alla abatina dedizione e austera serietà dello stesso Mennea. Certo, forse questo personaggio come anche Mennea nella sua introversione e presunta"musonità"che tanto me lo fa assomigliare pure al sottoscritto, non è davvero un personaggio per tutti:anche in questo film il nostro eroe potrebbe essere per qualcuno nient'altro e di più che un disperato il quale sta annaspando nella sua continuata e monotematica ossessione. Forse egli è anche una impaziente "testa calda" - un drop-outfin dal tempo della scuola, arrivando poi alle facoltà di medicina e di diritto (anche qui similmente a Mennea) , che Michael sta frequentando o ha frequentato, trovandosene impantanato anche per la sempre maggiore scarsità di tempo da dedicargli, che preferisce impiegare per i sempre più impegnativi programmi di allenamento -, è anche oramai poco più di un amico per sua ex-moglie (Susan Anspach,bellissima e luminosa come sempre, che alla fine lo festeggerà, e poi, chissà se vi potrà essere un vero riavvicinamento), vi è poi un ruolo-topòi per la sua figlia più giovane (i cui compagni di scuola gli prendono in giro il padre), e alla fine dopo essersi sentito un "fallito" per tutta la vita, se non gli andasse bene la sua "missione", per la sua ostinazione egli rischierebbe persino di divenire una sorta di invasato "nemico del popolo".
Lo sceneggiatore e regista Steven H. Stern dimostrò qui ancora più che in altri suoi lavori di avere assorbito bene e senza luoghi comuni la materia, fornendo un buonissimo studio della formazione di questo personaggio estremamente sottile e così ben resoci da Michael Douglas , il quale pur rimanendo indietro e sputando sangue per terminare la sua maratona, ci trova al traguardo tutti inevitabilmente ad aspettarlo e applaudirlo.
Come spero si sarà potuto capire, ho parecchio amato questo film, fin da quando l'ho visto per la prima volta, ed anche grazie ad esso e alle quasi commoventi imprese di Mennea all'epoca, mi sono avvicinato e formato ad una certa e grande passione per l'atletica, consiglio a chiunque di coloro che non avessero mai ad aver veduto questo bel film di formazione, di ricercarlo e di scoprirlo, ancora oggi non sarà certamente l'interruzione di un'emozione.
Genius Awards, Canada Anno 1980 Nominato ai Genius Awards per la Migliore Fotografia
George Laszlo
Migliore Contributo per il Sonoro
Owen Langevin
Joe Grimaldi
David Appleby
Miglior Film
Bob Cooper
John M. Eckert
Ronald Cohen
Miglior Interpretazione di un attore straniero
Michael Douglas
Miglior Interpretazione di un Attrice straniera
Susan Anspach
Miglior attore non protagonista
Lawrence Dane
Miglior sceneggiatura, originale
Steven Hilliard Stern
Michael Douglas ha detto una volta di questo film: "Le prime due volte che ho letto la sceneggiatura, davvero, sono letteralmente scoppiato in lacrime. Essa ha alcuni grandi momenti - "kvells", (ovvero dallo slang Yiddish utilizzato negli Stati Uniti e in Canada,"fieri di sè stessi, compiaciuti"), come io li chiamo. E' una bella storia, ben costruita, ben scritta, pulita.. e semplice, sana e salutare, amara e al contempo un pò dolce. Una classica, storia d'amore vecchio stile, e anche, penso, con un sapiente e morbido tocco per le emozioni. Mi piace vedere le persone che non hanno paura di mostrare le emozioni, che è l'antitesi del carattere duro e da stronzi che impera ad Hollywood. "
Per prepararsi al suo ruolo, Douglas ha dovuto mettersi in forma. In primo luogo, Douglassi mise a correre venti minuti al giorno per costruirsi una muscolatura e alcune volte arrivò a coprire fino a 50-60 miglia (!). Douglas smise anche di fumare i suoi due pacchetti di sigarette al giorno e perse 12 chili di peso. Avrebbe infatti iniziato a correre alle 6.30 di ogni giorno nei Beverly Hills Canyon.
Douglas ha una volta detto che la corsa era ottima per i postumi di una sbornia.
Durante le riprese a New York, Douglas corse per quindici miglia sopra il ponte della 59 ª strada e ritorno.
Douglas disse che durante le riprese di "Sindrome cinese" era stato in cattiva forma fisica.
Filmati veri della gara di Maratona delle Olimpiadi di Montrèal 1976 -tradizionalmente l'ultimo grande evento agonistico di un'Olimpiade- vennero utilizzati per questo film.
Intorno al momento della sua uscita in sala, Douglas disse una volta di aver iniziato e imparato a correre grazie a questo film: "Il Nirvana non viene ogni mattina, ma è un buon modo per perdere peso, dormo meglio, tranne quando ho un pò avuto a "strafare", e poi ho un sonno agitato, ma non sono stato così in forma dal liceo e ho una migliore disposizione generale -.. chi mi conosce bene può notare che ho più energia, più resistenza e la mia mente è molto più concentrata".
Gli sport che Douglas aveva davvero praticato nel periodo in cui questo film è stato sviluppato, realizzato e distribuito erano il nuoto e un pò di tennis, ma Douglas non era in realtà un praticante di jogging in quanto tale.
Questo film è stato fatto e distribuito circa tre anni dopo le Olimpiadi di Montrèal del1976.
Il risultato della Maratona delle Olimpiadi di Montrèal del 1976 in questo film canadese ci mostra che il Canada vince comunque la medaglia d'oro, la bandiera canadese viene infatti issata in posizione centrale nel corso della cerimonia di premiazione. Tuttavia, è ben noto che il Canada non ha vinto la sua prima medaglia d'oro in una Olimpiade casalinga fino ai Giochi delle Olimpiadi invernali di Vancouver, nel 2010. Il vero vincitore della Maratona delle Olimpiadi di Montrèal del 1976 fu Waldemar Cierpinski della Germania Est.
Strutture e luoghi reali delle Olimpiadi di Montrèal del 1976 si caratterizzano come luoghi reali in questo film incluso il Villaggio Olimpico e lo stadio principale.
Film d'esordio di Lesleh Donaldson .
Cameo
Eugene Levy : come l'amico di Michael Douglas, Ritchie Rosenberg. Questi fu poi il protagonista del terzo film della serie di "American Pie". Un ruolo precoce per Levy, in cui lo si vede come afroamericano.
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