Regia di Alan Rudolph vedi scheda film
Stilisticamente è un gran film, vuoi anche per la fotografia sia diurna che notturna liquida e colorata ai neon, di un Tak Fujimoto in stato di grazia.
Purtroppo è un pò inconcludente per la trama che gira a vuoto per buona parte dei suoi 93'. Storia di vendetta e "stalkerizzazione" al femminile che ha non molti predecessori in quella piega temporale se non come primo che ovviamente venga in mente "Brivido nella notte"(Play Misty For Me)(1971)di Clint Eastwood-un altro appassionato di temi e personaggi irregolari-e partendo però da presupposti ben diversi essendo la protagonista Geraldine Chaplin/Helen(in una delle sue apparizioni migliori del periodo come personaggio, checché se ne dica), una ex detenuta in libertà vigilata come il coevo e parimenti losangelino Max Dembo di Dustin Hoffman.
Che però ha avuto veramente una relazione con il ricongiunto maritato(come nella vita con lo stesso Perkins) e con altra donna(la sorella di Marisa Berenson perita in uno degli aerei dirottati l'11/9 l'United Airlines 11 contro le torri gemelle), e oggetto della sua ossessione di "rivalsa/riappropriazione/vendetta", Anthony Perkins/Neill Curry. Non una storia di follia amorosa quindi ma una indagine nella psiche femminile con qualche suggestione e situazione da thriller citazionista, anche vagamente hitchcockiano per qualche situazione nel supermercato dove lavora per reinserirsi. Indagine sul femminino e la sua Infinita, congenita capacità di rigenerarsi e risalire la china quasi eternamente, che evita tutte le trappole che oggi complicemente e in maniera compiaciuta, imboccherebbe di fare un discorso contro il maschio, un pò tutti i maschi.
Cosa che intelligentemente il film non fa, con un Anthony Perkins anzi in uno dei suoi ruoli più controllati, ragionevoli nonostante gliene facciano di cotte e di crude, e anche riflessivi, se non della carriera di quel periodo nella seconda decade dei settanta.
La produzione di Robert Altman del suo protetto e aiuto Rudolph, si vede e si sente eccome, anche dalle scelte piacevolmente ageè e da atmosfera noir degli anni in B/N, dei vecchi blues in colonna sonora di Alberta Hunter.
John Nada
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