Regia di Mark Levin vedi scheda film
Una deliziosa commedia sulla bellezza che c'è nello scoprire i propri sentimenti, che in fondo è l'essenza della crescita.
Innamorarsi a Manhattan è una deliziosa commedia sulla bellezza che c'è nello scoprire i propri sentimenti, che in fondo è l'essenza della crescita. Il suo protagonista è un bambino che diventa grande prima degli altri perché assapora l'amore all'età di dieci anni, quasi undici. Come si può facilmente capire, si tratta di un'idea potenzialmente ad alto rischio di ridicolo, ma l'accorta sceneggiatura di Jennifer Flackett, pur essendo un po' pasticciata in certi passaggi, riesce nel miracolo di rendere le palpitazioni e i pensieri di questo ragazzino non solamente credibili e immedesimabili, ma emozionanti e persino struggenti. L'autrice del film ha un occhio rivolto al Woody Allen di Io e Annie e l'altro a Stand by Me – Ricordo di un'estate: al primo si ispira per i dialoghi brillanti, le battute fini e il telaio narrativo; del secondo interiorizza l'aria nostalgica e agrodolce. La regia dell'esordiente Mark Levin, marito della Flackett, è formidabile, mentre Josh Hutcherson, futura star di Hunger Games, è di una bravura evidente già qui. Anche la giovane Charlie Ray, l'amata di Hutcherson, è ottima. Un film tenero e romantico ma mai sdolcinato, e non è poco.
Un bijou la colonna sonora di Chad Fisher, che include bellissime canzoni come At Last di Etta James e Only The Strong Survive di Elvis Presley.
♥ BUON film (7) — Bollino VERDE
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