Regia di Vittorio Sindoni vedi scheda film
Timido lui ed estroversa lei, sottoccupati entrambi (lui vende enciclopedie, lei rileva il traffico), si conoscono per caso, piano piano si innamorano e infine si sposano.
Quasi quasi mi sposo è una commedia con ambizioni di affresco sociologico che vuole raccontare in maniera spigliata le nevrosi dei trentenni in cerca di (giusta) occupazione, argomento a tutti gli effetti nuovo per il Paese, all'inizio degli anni Ottanta. Come è noto, la situazione precipiterà nel periodo successivo, ma non per questo le intuizioni contenute nella sceneggiatura che il regista Vittorio Sindoni scrive insieme all'aiuto regista Raoul Giordano sono meno valide o tuttora ficcanti. Già meno funzionali all'obbiettivo del lavoro sono il ritmo sonnolento e la recitazione diretta in maniera approssimativa, che lascia allo sbando due protagonisti relativamente giovani e inesperti come Fabio Traversa e l'esordiente Benedetta Buccellato; al loro fianco troviamo comunque un cast eccezionale, fra ruoli marginali o comparsate: Renzo Arbore, Massimo Lopez, Luciano De Crescenzo, Ennio Antonelli, Gabriele Ferzetti, Mario Marenco, Luciano Salce, Nerina Montagnani ed Enrico Maria Salerno. Da segnalare poi che si tratta del primo lavoro espressamente televisivo per Sindoni, attivo da tre lustri e ormai specializzatosi in opere leggere (ben più inconsistenti di questa); nonostante la destinazione 'catodica' la pellicola gode comunque di una confezione sufficientemente rifinita, con fotografia di Safai Teherani, montaggio di Angelo Curi e musiche di Mimmo Cavallo. Da qui in avanti il regista girerà quasi esclusivamente per il piccolo schermo, abbassando pian piano il tiro sia sul piano della forma che su quello dei contenuti. 3,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta