Gerry, tossicodipendente con esperienze di manicomio, vaga sotto i ponti di Roma e tra infime pensioni, squallidi lidi del suo vagabondare. Nel delirio di una notte insonne, si immagina di essere un imperatore romano tornato a portare la vita dopo la fine del mondo.
Note
Faticosamente girato nell'arco di cinque anni, è il film d'esordio di Nico D'Alessandria. Presentato in pochissime sale e fugacemente in alcuni Festival, il film segue le tracce di uno dei tanti giovani che la società ha spinto ai margini. Un'opera prima molto interessante, dura e non riconciliata.
Nico d'Alessandria, ovvero "non un regista pazzo, bensì un pazzo che fa il regista". Per essere e sentirsi emarginati, reietti e disadattati, non ci si deve per forza ritrovare nelle acque torbide della tossicodipendenza, dell'alcolismo o della schizofrenia: basta percepire l'ambiente circostante (dalla famiglia al lavoro, alle istituzioni fino alla società intera) come nefasto e iniquo… leggi tutto
Telecamera a mano puntata dietro il protagonista (un disadattato con il vizio del furto e della droga)per tutta la durata del film,a dire il vero un po' lungo.Puo' essere considerato un film verita' o un quasi documentario sugli emarginati che popolano le grandi citta',in questo caso una Roma di periferia e quasi sconosciuta in tanti angoli dismessi.Un film invisibile e difficile da vedere.Chi… leggi tutto
Voto 5. Calato in una realtà di emarginazione e solitudine, il film affonda senza compromessi e senza esasperazioni nella quotidianità del protagonista. Affascinante per il tema e per lo stile, il film in alcuni tratti finisce per essere piuttosto noioso. Originale. leggi tutto
E’ il vagare di Gerry senza una meta, senza un’apparente direzione, se non quella invisibile agli altri e che solo lui conosce, che ci trascina in uno stato emotivo e psichico al di là della “normalità”, è lo sperimentare, per chi non lo avesse mai fatto, cosa significhi vivere senza opporsi a nulla, senza nascondersi dietro a un ruolo, senza avere un…
La vita quotidiana di un tossico romano.
Dopo un lungo apprendistato come assistente, tra gli altri, di Giraldi, Massi e Samperi, Nico D'Alessandria comincia a girare i suoi primi lungometraggi verso la fine degli anni Settanta; nel 1987 esce L'imperatore di Roma, il suo film più rappresentativo. È la storia di un vero tossicodipendente romano, Gerry, alle prese con la sua…
Mi scuso fin da subito per la pacchiana ironia del titolo: "apparentemente" vuole suonare stupidamente ironico, almeno nel senso che, prima di averli visti, dei film non possono altro che "apparire" di ottima…
Telecamera a mano puntata dietro il protagonista (un disadattato con il vizio del furto e della droga)per tutta la durata del film,a dire il vero un po' lungo.Puo' essere considerato un film verita' o un quasi documentario sugli emarginati che popolano le grandi citta',in questo caso una Roma di periferia e quasi sconosciuta in tanti angoli dismessi.Un film invisibile e difficile da vedere.Chi…
Accattone (1961), Matti da slegare (1975), Amore tossico (1983), film per vari aspetti molto diversi tra loro, costituiscono dei precedenti assai attinenti per il lungometraggio di D'Alessandria. Dove si osservano pedissequamente, quasi come in un film teorizzato da Zavattini, le peregrinazioni di Gerry Robertini (Gerardo Sperandini, che interpreta praticamente sé stesso), malato…
Nico d'Alessandria, ovvero "non un regista pazzo, bensì un pazzo che fa il regista". Per essere e sentirsi emarginati, reietti e disadattati, non ci si deve per forza ritrovare nelle acque torbide della tossicodipendenza, dell'alcolismo o della schizofrenia: basta percepire l'ambiente circostante (dalla famiglia al lavoro, alle istituzioni fino alla società intera) come nefasto e iniquo…
Difficile dire cosa sia stata Roma per il cinema - e non solo per quello italiano - senza cadere nella retorica e nei luoghi comuni. Solo poche città al mondo (Parigi, New York, forse Londra) hanno saputo occupare lo…
Un film in cui la tossicodipendenza e la conseguente emarginazione sono vissute, dal protagonista, come iperboli dell'individualismo, che sconfina nel delirio d'onnipotenza, nella furia contro tutto ciò che limita la sua libertà di espressione e movimento. La macchina da presa lo segue da vicino mentre attraversa le strade di Roma con un passo che, a tratti, pare una marcia trionfale, a tratti…
Sulla scorta della lezione di cinema pasoliniana, il primo lungometraggio di Nico D'Alessandria è una discesa negli inferi del quotidiano di Gerry (Sperandini), tossicodipendente con problemi psichici, girovago, accattone, parassita, folle con la faccia da vichingo e la vocazione alla dromomania. Quello di Nico D'Alessandria è un anti-cinema a costo irrisorio, girato in bianco e nero e con un…
“L’imperatore di Roma”, pellicola indipendente del 1987 dalla regia di Nico D’Alessandria, è uno di quei film che difficilmente vedrete in prima serata su italia 1; potrete sperare semmai di trovarvelo alle due e mezza a Fuori Orario su Rai presentato da Ghezzi (quello con quella malattia che lo fa parlare fuori sincro). Nico D’Alessandria (del quale ho appreso di recente la morte,…
Voto 5. Calato in una realtà di emarginazione e solitudine, il film affonda senza compromessi e senza esasperazioni nella quotidianità del protagonista. Affascinante per il tema e per lo stile, il film in alcuni tratti finisce per essere piuttosto noioso. Originale.
Faticosamente girato nell’arco di cinque anni, “L’imperatore di Roma” è il film d’esordio di Nico D’Alessandria, cineasta indipendente della capitale. Presentato in pochissime sale e fugacemente in alcuni Festival, è stato in cartellone ad “Anteprima” 1989 di Bellaria. “Lo girai muto, in 35 mm, eravamo in tre, io, l’operatore Roberto…
Una gemma nel panorama desolante del nostro cinema. Cinema alto e cinema basso mescolati con lo spirito dell'avanguardia espressionista e la voglia di verità del neorealismo. Leggete la recensione estesa su www.mondoculto.com
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