Regia di Giuseppe Vari vedi scheda film
Nella seconda metà dei Sessanta e nei primi Settanta, Giuseppe Vari diresse una manciata di spaghetti western con esiti altalenanti; Prega il morto e ammazza il vivo è senza dubbio uno dei meno riusciti, ma è comunque un'opera compiuta - Vari è un mestierante con qualche qualità - e che trova il suo forse unico, ma pur sempre validissimo, punto di forza in un co-protagonista trascinante come Klaus Kinski. Niente di nuovo, certamente, ma lo sguardo denso di follia dell'attore di origine tedesca vale il prezzo del biglietto anche in un caso come questo, in questa produzione piuttosto misera e dalle poche idee (sceneggiatura stereotipatissima di Adriano Bolzoni, nel segno della più classica vendetta personale nel vecchio west); fra gli altri interpreti ci sono Paolo Casella, Adriana Giuffrè, Dante Maggio, Dino Strano e altri nomi non eccellenti (e la recitazione ovviamente un po' ne risente). Netta la divisione in due parti della pellicola: la prima sezione - in interni, prevalentemente - è più lenta a prendere piede, ma si sviluppa nella seconda - on the road e più avventurosa - in maniera comunque non eccessivamente vivace; per il regista si tratta dell'ultimo spaghetti, genere che d'altronde stava vivendo in quel momento la propria fase di declino. 2,5/10.
Far West. Una banda di rapinatori deve attraversare il deserto alla volta del Messico. Li guida uno sconosciuto che ha più di una ragione per trovarsi lì.
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