Regia di Jean Delannoy vedi scheda film
La didascalia introduttiva tira in ballo addirittura Nietzsche (“L’eterno ritorno”, è il titolo originale) per dire che certe storie si ripetono tali e quali. E infatti il film è la rivisitazione moderna del mito di Tristano e Isotta, che qui si chiamano Patrizio e Natalia: ci sono anche lo zio Marco (da re di Cornovaglia diventato ricco possidente terriero), il prepotente Morholt che vorrebbe sposare la ragazza, un nano che fa la spia e un’altra Natalia che Patrizio considera solo un surrogato della prima e che perciò si vendica (secondo il Mereghetti sarebbero interpretate dalla stessa attrice, ma stando a IMDb non è così: una è Madeleine Sologne, l’altra Junie Astor). L’operazione è curiosa, ma nulla di più: per un po’ ci si diverte a scoprire le corrispondenze con l’originale anche nei dettagli (es. l’immagine di Marco riflessa da uno specchio d’acqua, che rivela la sua presenza), poi ci si rassegna ad aspettare che arrivi la nave con le vele bianche.
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