Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
L'ennesimo ruolo identico per Merli: commissario, poliziotto, investigatiore o questurino, per lui è lo stesso. Un duro che si spezza ma non si piega, buono, generoso ed incorruttibile, ma spietato e brutale contro i criminali, tanto più violento quanto i delitti su cui indaga sono gratuiti ed efferati. Stelvio Massi ha messo in piedi numerose storie di questo stampo, dalla Banda del trucido a Mark il poliziotto, lavorando spesso con l'altrettanto esperto del genere Merli (Il commissario di ferro, Un poliziotto scomodo, etc.); come è noto, per il poliziesco si è trattato di un fenomeno passeggero e tutto italiano, destinato a divampare alla metà dei '70 per poi spegnersi entro i primi '80. E qui l'aria del declino si respira già. Le due apparizioni speciali sono quelle di Gastone Moschin e di Joan Collins, protagonista del momento clou dell'intera pellicola, quando compie uno spogliarello in un night club terminando a torso nudo la scena (ma anche nel finale le è riservato un siparietto sexy non da poco). Sceneggiatura di Gino Capone e del regista, fotografia di Riccardo Pallottini, musiche di Stelvio Cipriani: i soliti noti. I blandi intenti di denuncia vengono soffocati dalle banalità e dalla scarsa fantasia. 3/10.
Un investigatore, sulle tracce di una ragazzina rapita, viene a conoscenza di un traffico di minorenni finalizzato alla prostituzione.
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