Dopo alcuni mesi di matrimonio non consumato con Emil, un uomo molto più vecchio di lei, la giovane Eva torna in campagna dal padre, allevatore di cavalli. Durante un bagno rinfrescante in un laghetto, il suo cavallo, attirato da una femmina in calore, scappa con i suoi vestiti legati alla sella e lei è costretta a rincorrerlo nuda attraverso i campi. Cavallo e vestiti vengono recuperati da Adam, aitante ingegnere in un vicino cantiere stradale, che al momento si comporta da vero gentiluomo. L'attrazione fra i due è palpabile e la notte successiva diventano amanti... Seguono drammi assortiti, come in tutti i mélo che si rispettano.
ESTASI (regia del ceco Gustav Machatý) è una coproduzione ceco-franco-tedesca, perciò gli autori non erano sottoposti alla censura e autocensura dell'americano - insopportabile e spesso ridicolo - Codice Hays. Ha una storia gradevole, è ben fotografato e ha un ottimo montaggio, spesso giocato su simbolismi alquanto elementari (i protagonisti Eva e Adam, l'insistenza sulle scene con cavalli, simbolo freudiano di virilità maschile, o l'inquadratura sulla collana di perle che si spezza al momento dell'agognato primo rapporto sessuale). Eppure, per colpa di poche scene vagamente erotiche, che oggi potrebbero tranquillamente passare su Rai1 senza nessuna protesta da parte del Moige, fu oggetto di critiche spietate, picchettaggi davanti ai cinema che lo proiettavano e in Italia fu presentato solo a Venezia 1934.
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