La recensione su Non entrate in quella casa

di undying

4 stelle

Inutile sottoprodotto ispirato al più nobile Halloween che, inspiegabilmente, ha figliato tre (peggiori!) seguiti e un (inguardabile) remake... e non può nemmeno evocare lo stato di "so bad so good"....

1974: alcuni bambini stanno giocando in un enorme edificio abbandonato quando, per incidente provocato, una ragazzina presa di mezzo precipita da una finestra morendo sul colpo.

1980: un gruppo di studenti è coinvolto nel tradizionale ballo di laurea, senza sapere che qualcuno ha preso di mira i colpevoli della precedente disgrazia, che avevano fatto segreto dell'accaduto.

La polizia aveva incolpato un disadattato che ora è fuggito dal manicomio nel quale, per sei anni, è stato recluso...

Lynch è qui ovviamente ispirato da Carpenter e da Halloween da cui preleva anche l'interprete principale (Jamie Lee Curtis) ma ovviamente non ha il talento del regista che ha definito i parametri dello slasher e, anche a causa di una banale sceneggiatura, non riesce a coinvolgere lo spettatore che deve attendere circa un'ora prima che il killer entri in azione, indossando un banalissimo passamontagna, mentre si muove brandendo un'accetta.

Ovviamente non viene visto da nessuno (alla faccia della verosimiglianza) mentre compie delitti all'interno dell'enorme fabbricato, pure sorvegliato dalle forze dell'ordine. Trascurando la poca attenzione rivolta al realismo (si dovrebbe trattare di sedicenni, ma dimostrano quasi il doppio in barba al prologo con bimbi di 10 anni) quel che resta sono venti minuti finali caratterizzati da un minimo di tensione (e diciamolo senza remore: sì, pure Nielsen non da spessore alcuno al suo personaggio, padre della piccola vittima iniziale). In conclusione qui c'è davvero troppo poco, men che meno presenzia lo splatter, sotto alla soglia minima anche considerando l'anno di realizzazione.

Nonostante la pochezza di un film pressochè anonimo e insignificante, Prom night (che il titolo italiano non ci incastra proprio per nulla) ha avuto l'onore di svariati seguiti (destinati al mercato home video) e, in anni più recenti (2008) caratterizzati dalla mania del remake, di un peggior libero rifacimento uscito da noi con un altro titolo fuori tema come Che la fine abbia inizio (sic!)

Per i completisti e/o collezionisti il titolo è disponibile in Dvd nel catalogo Pulp video. In una edizione mediocre nel formato video 1.85:1. Audio appena sufficiente da prediligire senza impianto dolby (evitabilissima la traccia in 5.1) ma con le sole casse del televisore. E durante la visione non preoccupatevi: non è entrata la nebbia nel vostro salotto... no. È proprio la qualità del dvd che riserva questa sorpresa!

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