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Noi due

Regia di Daniel Haller vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Noi due

di John_Nada1975
4 stelle

Pienamente inserito nell'atmosfera e nei discorsi, problematiche sociali del suo tempo post-sessantotto, forse il primo film americano ad affrontare centralmente il tema dei preti cattolici-non la maggioranza negli Stati Uniti-, che intendono sposarsi con una donna, e spretarsi.

La coppia è impersonata da due volti molto rappresentativi del cinema di quegli anni, Robert Forster come Gregory Lind, prete in una parrocchia problematica, Lauren Hutton come Pamela Gibson, assistente sociale già con un ex marito alle spalle, capace per ella di farlo consumare nella passione pure fisica, e rinunciare il primo ad una più che promettente carriera ecclesiastica, come avrà a dirgli in un incontro finale il vescovo Will Geer.

Lo spunto era interessante e affidato anche in mani capaci, Daniel Haller veniva dalla scuola cormaniana ed era uno scenografo sopraffino del ciclo poeiano, dopo lavorerà molto in TV, la fotografia di Charles F. Wheeler per Albuquerque e di Kansas City anche innevata è molto elegante, così come gli interni, ma irrimediabilmente datata per i limitati concetti espressi, e come.

Ad esempio, senza nulla voler concedere a posteriori ai soliti e puerili eccessi della propaganda LGBT e relative cafone falsificazioni, non si menziona mai l'omosessualità nella Chiesa cattolica, che era allora come sempre una piaga tra le principali, e che ne ha determinato la peggiore crisi di secolarizzazione, mai vista.

Magari, ci fossero stati tutti questi preti così amanti di donne da poi sposarsi e mettere al mondo bambini, a parole sempre tanto amati dalla Chiesa, come suggerisce l'edificante finale in cui lo spretarsi al tempo, era qui come di là dall'Oceano, una mossa personale cosi coraggiosa. 

In verità, si sono sempre preferite manovre sessuali ben più nascoste e inconfessabili, e non soltanto perché contro il "Sacro vincolo del celibato giurato a Gesù".

Abbastanza bella la colonna sonora, per alcuni temi di Michel Legrand(candidata a Oscar e Golden Globe, per la canzone tema di Peggy Lee "Pieces of Dreams", come da titolo originale).

Interlocutoria la sequenza dell'aggressione a Forster nei bagni del bar da parte degli sgherri di una battona rifiutata, buona la sequenza con la madre vedova e puritana, scioccata alla notizia delle intenzioni del figlio di spretarsi, lei che aveva riversato su di lui tutto il suo residuo sperare nelle l capacità che aveva e sempre da tutti elogiate, di operare in futuro in una posizione preminente, "per il bene della Chiesa", all'interno di essa.

Gli spunti migliori però sono quelli del prete più anziano e beone, "tradizionalista" e coinquilino di Gregory, che lo "tiene d'occhio" sospettandolo della sua ormai doppia vita segreta, e impersonato da Ivor Francis.

Il loro dialogo-scontro e finanche di insulti, tra il "vecchio" e il giovane sulla porta del convitto, quando il secondo se ne va per sempre, contiene tutto l'argomento della pellicola, e ben simboleggia il ritorno all"'umano" nel giovane, e la follia ormai senza ritorno del prete più vecchio, che è poi quella della Chiesa stessa.

 

John Nada

 

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