Regia di Florestano Vancini vedi scheda film
Vancini è un regista che mi ha sempre interessato ed ho vissuto un po’ anche le sue vicissitudini; una personalità schiva, che ad un certo momento ha fatto una scelta concreta isolandosi dal mondo, che per lui era la vita, e cioè il cinema, quando le cose e le situazioni lo avevano portato troppo lontano dai suoi interessi e dal suo amore per questa arte. Tornò con un film, che a me personalmente non è molto piaciuto, ma senz’altro è una bandiera della sua indipendenza, avendo fatto delle scelte precise che lui aveva tutte in mente, e con questo chiuse la sua carriera, purtroppo, dato che non da molto è scomparso. Qui è tornato alla sua terra, che è nel ferrarese e con una storia di Nerino Rossi ha raccontato la saga di una famiglia rurale iniziando dalla fine del 1800 fino agli anni’30. Una storia di povertà e di traversie, ma anche di costruzione e lotte sociali, sullo sfondo della bassa padana. Il film risente della destinazione televisiva, nel senso che la storia ha poca profondità storica e più improntata in un contesto crepuscolare e poco incisivo, drammaticamente parlando, che ci fa assistere al film con un pizzico di commozione, ma che lascia poco il segno.
una storia familiare nella bassa padana
una regia diligente, ma un po' più di anima me l'aspettavo
doppiato, ma efficace
molto btrava
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