Trent'anni di vita di una famiglia contadina della Bassa Padana tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento: Nullo, il capofamiglia e i suoi figli, Venanzio e Ligio, scariolanti, costruiscono canali e argini per salvare quelle terre dalla palude. Le loro vicende personali, le loro fatiche e pene quotidiane si intrecciano con le prime lotte sociali e politiche per migliorare le condizioni di vita, che culminano nel 1914 nella "Settimana Rossa". Arriva la Grande Guerra: Ligio non tornerà dal fronte. Il suo posto, nel lavoro dei campi, viene preso dai figli di Venanzio, Giovanni e Giuseppe. Alla fine del conflitto si riaccendono più aspri i conflitti sociali e Venanzio vede allontanarsi sempre di più i suoi sogni di un futuro più giusto. Mussolini prende il potere. Venanzio non può rinunciare alla speranza: sarà Angiolino, il suo terzo figlio, a incarnarla.
Un gran bel film, che meriterebbe ben altra considerazione. Vancini si mostra all’altezza di un obiettivo assai ambizioso: descrivere 40 anni circa di storia tra fine ‘800 e inizio ‘900, estremamente controversi per l’Italia, partendo dall’occhio degli umili. Ho visto quest’opera nella versione più lunga, quella televisiva dell’84. 3 ore che non… leggi tutto
Vancini è un regista che mi ha sempre interessato ed ho vissuto un po’ anche le sue vicissitudini; una personalità schiva, che ad un certo momento ha fatto una scelta concreta isolandosi dal mondo, che per lui era la vita, e cioè il cinema, quando le cose e le situazioni lo avevano portato troppo lontano dai suoi interessi e dal suo amore per questa arte. Tornò… leggi tutto
Il film di Vancini dimostra come il buonismo sia nato molto prima che Veltroni assumesse la leadership - per così dire - intellettuale della sinistra italiana. Lo stile del film è abbastanza piattamente televisivo e, pur ispirato a un cattolicesimo vagamente manzoniano (che risente dell'"Albero degli zoccoli") e di un socialismo, derivato sì da "Novecento", ma più… leggi tutto
Un gran bel film, che meriterebbe ben altra considerazione. Vancini si mostra all’altezza di un obiettivo assai ambizioso: descrivere 40 anni circa di storia tra fine ‘800 e inizio ‘900, estremamente controversi per l’Italia, partendo dall’occhio degli umili. Ho visto quest’opera nella versione più lunga, quella televisiva dell’84. 3 ore che non…
Nella versione integrale per la televisione, "La neve nel bicchiere" si dimostra un valido affresco dell'Italia di inizio '900, tra i primi tentativi di privatizzazione delle terre, le proteste dei contadini, le manifestazioni socialiste fino ad arrivare alla prima Guerra Mondiale ed alla successiva ascesa del fascismo. Il tutto sullo sfondo di una campagna ferrarese prima e bolognese poi, resa…
Praticamente 1 Film diviso in 2 puntate di totali 185' ca. tutto girato in paesaggi agresti pieno di contadini ma il tutto assai monotono e noioso.voto.1.
e ancora... - "L'incidente" (film non presente nel database) ore 00:30 su Arturo - "Lacrime in paradiso" (film non presente nel database) ore 03:00 su Arturo
“Mousse di neve avvitata agli alberi in brulicante silenzio. Mi infilo, vento in faccia, in una gola strozzata, stranamente ignorata dagli altri sciatori, la pendenza non è lieve, le lamine graffiano e dopo un…
Vancini è un regista che mi ha sempre interessato ed ho vissuto un po’ anche le sue vicissitudini; una personalità schiva, che ad un certo momento ha fatto una scelta concreta isolandosi dal mondo, che per lui era la vita, e cioè il cinema, quando le cose e le situazioni lo avevano portato troppo lontano dai suoi interessi e dal suo amore per questa arte. Tornò…
Vancini ha visto L'albero degli zoccoli e ha detto: "Adesso lo faccio anch'io!". Più precisamente, in realtà, stava pensando: "Questo lo so fare anch'io!". Non aveva tutti i torti. Il film di Olmi è l'evidente base da cui Vancini parte, ispirandosi allo sterminato lavoro che racconta la vita contadina nella bassa Lombardia a fine '800; immediata dev'essere stata la reazione:…
Conobbi Vancini durante una proiezione a Roma per la stampa estera del suo film BARAONDA. Gli chiesi un'intervista per la rivista per la quale scrivevo ed egli mela concesse di buon grado. Alla fine gli chiesi una…
Il film di Vancini dimostra come il buonismo sia nato molto prima che Veltroni assumesse la leadership - per così dire - intellettuale della sinistra italiana. Lo stile del film è abbastanza piattamente televisivo e, pur ispirato a un cattolicesimo vagamente manzoniano (che risente dell'"Albero degli zoccoli") e di un socialismo, derivato sì da "Novecento", ma più…
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