Regia di Marcello Aliprandi vedi scheda film
Un film ingiustamente bersagliato; invece è buono, pur con delle pecche.
Si fanno capire chiaramente molti dei tantissimi mali della Chiesa cattolica, che a distanza di circa 40 anni dia fatti narrati (il probabile assassinio di papa Luciani è del ’78) non sono stati emendati più di tanto.
Il film mostra che la Chiesa persegue spesso azioni che vanno contro il messaggio di Cristo, piuttosto che il contrario; e il papa che voleva riportarla a favore degli oppressi deve essere ucciso, perché è un nemico. Si vede bene il colpevole volto conservatore della chiesa: amica dei potenti oppressori per convenienza, e nemica dei poveri che subiscono ingiustizia, al di là delle parate. Di questa realtà non c’è quasi nulla nel cinema, e in generale sui mass media, che sulla Chiesa sono inondati di produzione di grande disonestà intellettuale da parte della Chiesa stessa, la quale, del resto, ha sempre favorito l’ignoranza e combattuto la conoscenza competente; se non l’avesse fatto, le proprie malefatte sarebbero state messe in luce, a vantaggio della verità e a svantaggio della Chiesa stessa. La lotta contro il socialismo era un tema caldissimo allora, e il film lo fa capire.
Esteticamente poi non è un film squallido come di dice: la colonna sonora è buona, la recitazione pure, la fotografia anche. Splendide sono le scene in Vaticano, specie quelle dei cardinali mentre pregano: è verosimile l’aria mefitica che aleggia tra i porporati, che con i loro giochi di potere hanno tradito, come sempre, la semplice e innocente letizia che dovrebbe contraddistinguere i servi poveri di Dio.
I limiti ci sono: ci sono alcune incongruenze nella figura recitata pur bene da Bentivoglio. Non si capiscono bene i collegamenti della sua esperienza mistica in India; e men che meno si capiscono i motivi della sua svolta da fanatico tradizionalista. Anche se, va detto, di bigotti opportunisti la chiesa è ed è sempre stata piena (come è anche piena di persone non disprezzabili, ma queste non hanno fatto tanta carriera), di gente pronta a fare anche il voltagabbana, e comunque a leccare i potenti della propria gerarchia per aumentare il proprio potere ecclesiastico, anche se ciò li allontanava dall’umile dovere verso la verità e la mitezza, e li metteva in contraddizione con la lotta interiore contro ogni tentazione del potere.
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