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Morte in Vaticano

Regia di Marcello Aliprandi vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Morte in Vaticano

di John_Nada1975
5 stelle

"L'alternativa poi, è che i comunisti prendano il potere anche qui. Cosa che a dire il vero, non mi fa perdere il sonno più di tanto. Alla fine, dovrebbero anche loro fare come tutti gli altri. D'altronde si sa siamo in Italia, dove nulla può mai cambiare davvero. O cambiare tutto, affinché nulla poi, cambi."

Gabriele Ferzetti/Cardinale Ixàguirre

 

Primo film "a caldo" più che modellato sulla nota e più che probabile provocata e veloce morte di Papa Albino Luciani, ovviamente non tratta dal best seller di David Yallop ma sull'onesto e meno noto libro di due franco-spagnoli, precorre anche tutto un più recente filone frivolo con papi bellocci interpretati da attori britannici di bell'aspetto, con per fortuna ancora nessuna delle convinte, obbligate genuflessioni a propagande Lgbt e quant'altro.

Terence Stamp come cardinale poi Papa Giovanni Clemente I/Padre Andreani, pure con il suo enorme carisma e portato personale di carriera e filmografia, risulta un pò stereotipato e imprigionato dai didascalismi, in un personaggio che appare in sede di scrittura tagliato con l'accetta, soprattutto per la sua improvvisa conversione da moderato rettore di teologia, a uomo di rivoluzione e totale rottura, una volta al potere piu alto della Chiesa.

Bentivoglio ai suoi primi lungometraggi sul finire già del cinema di genere italiano, come "Il Bandito dagli occhi azzurri", "Il Giorno del Cobra", e "La Festa peduta", qui protagonista nei panni dell'amico Padre Bruno Martello, il Giuda designato per temperamento ambiguo e disegno del destino fin da un primo dialogo fin troppo rivelatore, dimostra ai suoi inizi come sia stato quantomai mai un vero mistero sia poi potuto diventare uno di quegli attori "prezzemolo" e di punta del cerchio magico cinematografico italiano. 

Ovvero che lavorano sempre e comunque tantissimo, tra cinema, TV, e tutto il possibile nei ruoli per loro anche più improbabili, e disparati.

Non tanto per mancanza di talento e di timbrica vocale, che probabilmente anche ci sono, quanto per una fisionomia giovanile da "Luc Merenda B" ma fisicamente in versione "ricercatore CNR", che pareva destinarlo al più, a una buona carriera da caratterista.

Nel complesso il film di Aliprandi è probabilmente il migliore della sua carriera mai svettante, nell'ambito del cinema italiano degli anni settanta e ottanta, vuoi pure per dei budget mai eccelsi, come pure qui prodotto infatti da una cooperativa.

La fotografia dello spagnolo in quota coproduttiva Alejandro Ulloa che sembrava più triste e cupa nei precedenti master, adesso in HD acquista una rinnovata impeccabile eleganza, mantenendo la sua cupezza che è poi quella della storia e della ambientazione in gran parte invernale, anche nella sua parte all'università cattolica di Salamanca.

Molti dei dialoghi fra i cardinali e in particolare per bocca del sempre ottimo Gabriele Ferzetti, porporato fumatore e diabolico cospiratore, sempre "per il bene della Chiesa" s'intende, pur nella loro didascalicità e sommaria semplificazione, delle gerarchie e dei rapporti veri nel potere Vaticano e con gli altri poteri, mantengono comunque delle affermazioni profetiche sullo svuotamento "New age" della Chiesa Cattolica prossimo venturo, che hanno acquisito ancora più valore negli anni 2000, che a vederlo allora.

Lì ancora essendo nel 1982(ma ambientato "fantapoliticamente" quattro anni dopo, nel 1986), l'avversario vero era ancora visto nel Socialismo, che poi si può dire ha oggi vinto davvero sotto mentite spoglie, in forma di mostruoso Giano bifronte con il capitalismo finanziario e tecnicista.

Ottime musiche di Pino Donaggio, con temi dai canti latini che richiamano in alcuni passaggi sia il Keith Emerson di "Inferno", che il Fabio Frizzi del tema finale di "L'Aldilà- ....E tu vivrai nel terrore!"

Ottima l'apparizione di Antonio Marsina in occhiali a mascherina nera anni '80, come super efficiente e spietato sicario dagli incarichi più importanti. Anche lui alle sue ultime parti nel cinema di genere. 

Belle le esecuzioni dei complici sullo sfondo di Roma, in una citazione forse non voluta di una delle teorie cospirative sulle ore immediatamente successive, nella mattina del 16 marzo 1978.

Peccato per la dovuta e abbastanza ridicola perché forzata, scena di sesso di Padre Martello con la terrorista Paola Molina, del tutto una concessione al noleggio, dalla dubbia utilità come giustificazione del suo abbandono degli abiti talari, e del troppo "meccanico", viaggio in India.

 

 

John Nada

 

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