Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Primo spaghetti western diretto interamente dal grande maestro Sergio Corbucci che anticipa il più famoso Sergio Leone (quanto meno in America, dove "Minnesota Clay" fu il primo spaghetti western a sbarcare) ma non si distacca troppo dal canonico western all'americana. Abbiamo un vecchio e stanco pistolero che fa ritorno nel paese di origine, dopo esser evaso da un campo di concentramento nordista. L'uomo cerca di provare la sua innocenza, ma si troverà, suo malgrado, coinvolto in una faida tra due bande di delinquenti che cercano di assumere il pieno controllo del paese.
Presanza di molti di quegli elementi che faranno la forza dello spaghetti western (cadute spettacolari dei cavalli; sparatorie; elementi bizzarri, qui costituiti dalla presenza di un protagonista via via sempre più cieco che spara grazie a un udito finissimo), ma ancora al servizio di una caratterizzazione dei personaggi poco malinconica e molto incentrata sulla figura dell'eroe dell'epopea western.
La regia di Corbucci non è al livello dei suoi successivi film anche se discreta (c'è qualche interessante soggettiva, con giochi di messa a fuoco per simulare le difficoltà visive del protagonista).
Non mancano alcune spruzzatine gore (ottimo il make up di Mitchell pestato a sangue) che spianano la strada a quel western dai toni violenti di cui Corbucci diverrà un autentico mattatore.
Interpretazioni sufficienti, con uno stanco Mitchell nei panni dell'eroe di turno (vista l'età non molto credibile).
Colonna sonora bruttina, bene la fotografia. Poca verve, ma con trovate interessanti. Voto: 6=
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