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La medusa

Regia di Christopher Frank vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La medusa

di hupp2000
8 stelle

Un tuffo a Saint-Tropez negli anni '80

Vacanze sulla Costa Azzurra negli anni ’80. La diciottenne Chris (Valérie Kaprisky) è perfettamente calata nella sua epoca. E’ disinibita, superficiale e tutta concentrata sul suo ombelico. Si mette in competizione con la madre trentottenne (Caroline Cellier), scippandone letteralmente la relazione con Romain (Bernard Giraudeau), grande seduttore e intrallazzatore. Non appagata dalla facile vittoria, arriva ad ucciderlo, facendolo cadere in un mare infestato dalle meduse, cui il malcapitato era allergico. Finale amorale e immorale: alcuni anni dopo, Chris è una signora borghese sposata e madre di famiglia, proprio come preannunciatole da Romain poco prima di morire.

 

La trama, da sola, lascia intuire che all’origine di questo film c’è l’universo di Françoise Sagan: sentimenti che viaggiano dritti come binari, ambientazione parigina fuori Parigi, spudoratezza degli atti commessi e un intellettualismo talmente retro’ da non infastidire più. Ne scaturisce il ritratto di una Francia “rampante”, come si diceva allora. Le ragazze sono tutte belle e con i seni al vento, i maschi tutti ricchi, perfetti esemplari dell’altrettanto datato “edonismo reaganiano”. Il compianto Bernard Giraudeau si cala nel ruolo con raro talento. E’ odioso ma, oltre alle donne che gli cadono ai piedi, riesce a sedurre anche lo spettatore. Il tipo di sentimenti che suscita sono di un’ambiguità che mi ha ricordato addirittura la figura di Alex in “Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick (1971).

 

La storia raccontata è in fin dei conti prevedibile nei suoi quasi obbligati sviluppi, ma il tragico finale riscatta un film che, mostrando  un ambiente improntato alla superficialità, risulta tutt’altro che superficiale. Con l’ottima e conturbante Valérie Kaprisky si confronta la splendida Caroline Cellier nel ruolo della madre. Oltre a non essere meno bella della figlia, il ruolo le valse meritatamente il César nel 1985 per la migliore interpretazione femminile non protagonista.

“Last but not least”, una colonna sonora impreziosita da un paio di fantastici brani interpretati da Nina Hagen.

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