Regia di George Roy Hill vedi scheda film
George Roy Hill e' stato un grande regista, purtroppo conosciuto e ammirato quasi solo per i pur notevoli Butch Cassidy e La stangata, ma in realta' grande adattatore di romanzi famosi e complessi come "Il mondo secondo Garp" e questo "Mattatoio" di Kurt Vonnegut che, attraverso vari punti di vista (storico, attuale e futuristico), costituisce una aperta denuncia contro tutti i tentativi di violenza che possono minacciare (e minacciano) le nostre esistenze.
Vediamo dunque il giovane Pilgrim, recluta in missione europea durante il secondo conflitto mondiale, preso prigioniero e incarcerato nell'ex mattatoio di Dresda che da' nome alla pellicola, nei giorni odierni, cinquantenne vedovo dopo che l'ansiosa devota moglie e' tragicomicamente deceduta nell'affannoso tentativo di andare a trovarlo in ospedale dopo essere sopravvissuto ad un incidente aereo che lui peraltro aveva esattamente preventivato prima della partenza.
E poi seguiamo Pilgrim "rapito" da una razza superiore con cui lui ha sempre a suo modo colloquiato in gioventu', segregato in un prigione dorata assieme ad una avvenente attricetta hollywoodiana perche' possa essere studiato dagli esseri misteriosi che cercano di conoscere i segreti di questa umanita' cosi' fragile ma cosi' biologicamente perfetta da fare invidia alle civilta' extraterrestri.
Un film ambizioso e complesso che Roy Hill riesce a dominare in ognuna delle dimensioni che vedono muoversi questo mite ometto biondo, timido ed introverso, solo apparentemente apatico ed insensibile, cosi' qualunque ma cosi' universalmente protagonista di fondamentali episodi (reali e non) degli ultimi decenni di civilta'.
Orrori di una guerra assurda come tutte, banalita' quotidiane di una vita in famiglia che si porta avanti per inerzia e pazienza, speranza in un futuro e in una civilta' nuova che ci sappia guarire dalla sciocca superficialita' e prepotenza che abita in ognuno di noi, generatrice dei piu' mostruosi genocidi di cui e' piena la nostra storia.
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