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Il kimono scarlatto

Regia di Samuel Fuller vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il kimono scarlatto

di axe
6 stelle

Los Angeles. La spogliarellista Sugar è assassinata dopo essersi esibita sul palcoscenico di un teatro. Le indagini sono affidate ad una coppia di investigatori composta da Charlie Bancroft ed il giapponese naturalizzato statunitense Joe Kojaku. I due uomini sono molto legati, in virtù di una comune esperienza di combattimento in Corea e dell'interesse per le arti marziali. Fanno conoscenza con la pittrice Christine Downs, preziosa testimone che necessita di protezione, essendo minacciata dal killer, e finiscono per innamorarsi della stessa, un frangente che genera incomprensioni e guasta l'ottimo rapporto tra i due poliziotti. il regista Samuel Fuller costruisce, sfruttando una struttura tipica di un film poliziesco, un complesso racconto sentimentale. La prima parte dell'opera mostra confuse fasi dell'omicidio ed i primi passi nell'indagine, la descrizione della quale passa in secondo piano nel momento dell'ingresso in scena di Christine; ragazza spiritosa ed ottimista, al tempo stesso fragile, entra immediatamente in confidenza con Charlie, il quale s'innamora "a prima vista" ed idealizza un futuro con la stessa. Anche Joe non è insensibile al fascino di Christine; egli è, tuttavia, molto più discreto. S'innamora della giovane ed apprende d'essere ricambiato.  L'intenso affetto - potrebbe essere facilmente confuso per amore - che lo lega a Charlie gl'impone, insieme al suo senso dell'onore, tipicamente orientale, di ignorare i "segnali" che la donna invia. Ma non può evitare di mostrar malcontento, soprattutto in presenza dell'amico. Ne nasce una grave incomprensione, causata dall'essere Joe di origini orientali. In un contesto sociale nel quale il puro e semplice colore della pelle fa la differenza (un qualcosa di molto poco concepibile, oggi), il non essere "bianco" induce un forte complesso di inferiorità in Joe, il quale pur si è battuto in guerra per gli U.S.A. ed è in possesso di qualità umane non indifferenti. Tali patimenti probabilmente risultano incomprensibili a Charlie, del resto poco portato ad indulgenze verso quell'uomo che di fatto gli sta "soffiando" Christine; l'investigatore accusa dunque il compagno di vittimismo. Ma tale complesso mentale ha ragione d'essere ? A mio parere, la risposta è affermativa. Ne dà conto Christine, la quale, consapevole di amare Joe, chiede - e si chiede - come sia possibile l'amore tra un "bianco" ed un "giallo", e cosa ne possa derivare. L'irritazione reciproca porta i due uomini alla soglia dello scontro. Ma, d'improvviso, si para loro innanzi la soluzione del caso. Un epilogo concitato mostra la cattura dell'assassino, ed un tirata pace tra Charlie e Joe. Il primo si fa platealmente da parte, lasciando che i due innamorati abbiano modo di vivere la loro storia. Il film funziona poco come poliziesco. L'indagine non è complessa, ed il colpevole non ha un ruolo prima della sua apparizione; lo spettatore, pertanto, non ha modo di "risolvere il caso" anzitempo. Ben più consistente è il dramma sentimentale, il quale si conclude con un lieto fine che non dissipa, tuttavia, ogni ombra. Victoria Shaw, Glen Corbett, James Shigeta sono rispettivamente Christine, Charlie, Joe. E' presente in scena Anna Lee, nel ruolo di Mac, disillusa artista di mezza età. L'ambientazione è urbana; parte della vicenda si svolge nel quartiere di Los Angeles abitato dalla comunità giapponese, che vediamo condurre vita dignitosa ed essere sulla via di un'integrazione non ancora completa con gli altri cittadini. Un discreto poliziesco con risvolti sentimentali (o viceversa); non memorabile, ma neppure sgradevole, ne' noioso. Alla tensione legata all'evento per il quale s'indaga, s'aggiungono i dubbi sulla sorte dei rapporti tra i tre protagonisti.

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