Regia di Delbert Mann vedi scheda film
Una donna dall'infanzia difficile, deve destreggiarsi sull'impervia via che conduce all'amore, mentre il suo cuore è ferito all'origine.
Mi è piaciuto questo sobrio e composto esempio di cinema inglese, dove tutto è misurato e giusto, modesto e poco appariscente, ma funziona a dovere. Siamo cioè lontani dalla magniloquenza del cinema d'oltre Atlantico, non solo perché le dimensioni produttive sono inferiori; è proprio il concetto di spettacolo ad essere diverso.
La protagonista (Susanna York) dà un'interpretazione convincente di una donna lacerata tra amore, orgoglio, e riottosità sentimentale. La difficile infanzia del personaggio ne è probabilmente la responsabile. George Scott è bravo come uomo tormentato e un po' scorbutico, ma non cattivo, con anzi dentro un cuore ancora vivo.
Delbert Mann è un regista che ha saputo anche sfornare film che hanno lasciato il loro segno (Marty, vita di un timido, e Tavole separate), ma che anche altrove si è sempre mantenuto su un discreto livello medio. Qui ci offre una regia non autoriale e appariscente, ma sobria e controllata, al servizio dell'azione. Inoltre, fa recitare gli attori con la giusta intensità, che non diventa mai teatrale.
Purtroppo non ho letto il romanzo di Charlotte Bronte, ma mi chiedo: visto il celeberrimo titolo originale, era necessario aggiungere in italiano quella specie di appendice, che è come la quinta ruota del carro? Proprio no; anzi, induce a sospettare che si tratti di una rielaborazione o di una qualche derivazione dal romanzo originale.
Tra le innumerevoli versioni cinematografiche del romanzo, questa non è certamente da disprezzare.
Prodotto per la televisione dalla BBC.
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