Regia di Don Taylor vedi scheda film
BARBARA CARRERA - NONSOLOBONDGIRL
Un naufrago di nome Andrew Braddock (Michael York) fa miracoloso approdo in un'isola verdeggiante e boscosa, che scopre abitata da un carismatico maturo studioso di antropologia di nome Moreau (Burt Lancaster), che lo accoglie di buon grado nella sua dimora ben organizzata all'interno dell'isola, ove l'armonia pare essere la regola sovrana di quel piccolo mondo. In attesa di una imbarcazione che lo riporti alla civiltà, l'uomo deve integrarsi in quel contesto, e non può notare come la popolazione indigena presenti caratteristiche piuttosto peculiari, se non proprio allarmanti.
Si scoprirà che l'aspetto degli isolani è particolare, se non mostruoso, proprio a causa degli esperimento del folle ma acuto scienziato, che ha come fine ultimo quello di tramutare esseri animali in uomini, attraverso un sofisticato processo di mutazione da egli stesso inventato, e di cui necessita approfondita sperimentazione.
Deciso se non a bloccare le folli sperimentazioni, almeno a fuggire assieme all'amata ed attraente Maria (una Barbara Carrera dalla bellezza folgorante), l'uomo viene scoperto dal dottore e dalla sua corte, e quando scopre la sofferenza perpetrata agli esseri animali sottoposti a quella travolgente trasformazione, decide di reagire, provocando una clamorosa insurrezione da parte di quelle povere cavie disgraziate, ma soccombendo e costretto ad essere sottoposto ad un tremendo esperimento contrario in grado di renderlo animale.
Fuggiti nuovamente e rimessisi in mare, i due fuggitivi verranno raccolti finalmente da una imbarcazione, ma li Braddock, pur in salvo e in procinto di assumere nuovamente le perdute sembianze umane, farà la sua ulteriore e forse più tragica scoperta nei confronti della bella Maria.
Seconda delle tre trasposizioni del celebre romanzo di H.G. Wells, dopo L'isola delle anime perdute del 1932 con Charles Laughton e Bela Lugosi, e prima della più recente ad opera di John Frankenheimer con Marlon Brando e Val Kilmer, questo L'isola del dr. Moreau è un film un po' macchinoso, non meno dell'ultima ed ancor più barocca (se non balorda) versione del 1996 sopra citata (L'isola perduta, più interessante che realmente bello), che rende inimitabile, almeno sino ad ora, il capostipite del '32, e sancisce la difficoltà ormai ampiamente appurata nell'adattare un romanzo complesso e viscerale come questo di Wells.
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