Regia di Raffaello Matarazzo vedi scheda film
In un paese costiero approda una barca con una donna priva di sensi: il medico capisce che ha tentato il suicidio, la cura e la sposa più per compassione che per amore. Dopo un inizio intrigante, il film si instrada sui consueti binari dei melodrammi matarazziani: un corteggiatore importuno e ricattatore (che però qui è solo un ostacolo secondario, e viene sbrigato nella prima mezz’ora) e soprattutto un passato opprimente; ma, mentre nel caso di lui si tratta più che altro di un blocco mentale (una fidanzata morta e mai dimenticata), in quello di lei c’è più concretamente un seduttore che l’aveva abbandonata incinta e che ora si ripresenta con una moglie prossima a partorire, alimentando il desiderio di rivalsa che covava sotto la cenere. Ormai la meccanizzazione della trama ha raggiunto il livello di guardia: oltre a ripetere due volte la scena di un repentino cambio d’idea all’ultimo momento prima di partire, tutti i discorsi sull’onore che Nazzari fa verso la fine appaiono manierati e pomposi (oltre che incomprensibili per la mentalità attuale). Vibrante interpretazione di Lea Padovani, che non fa rimpiangere la Sanson.
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